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La Stampa – D’Ambrosio-Toro, la resa dei conti. Il divorzio è violento…

Francesco Parrone

Hanno sostituito i piatti con le parole ma l’impatto del divorzio tra D’Ambrosio e il Torino è stato ugualmente violento. Quella che veniva considerata una delle favole più belle del calcio italiano, un giocatore capace di arrivare...

Hanno sostituito i piatti con le parole ma l’impatto del divorzio tra D’Ambrosio e il Torino è stato ugualmente violento. Quella che veniva considerata una delle favole più belle del calcio italiano, un giocatore capace di arrivare all’Inter dopo esser stato scoperto dal Toro nella vecchia C2, ieri si è conclusa senza il lieto fine e con una polemica senza precedenti. Per la prima volta Urbano Cairo ha ribattuto alle dichiarazioni di un suo ex calciatore con un comunicato, dove emerge tutta la delusione - personale e del club – dopo gli attacchi dell’esterno napoletano. «Negli ultimi due mesi non sono stato protagonista per vicende extracalcistiche – si è presentato Danilo D’Ambrosio ai tifosi nerazzurri -, per scelte del presidente Cairo. Poi è strano che Ventura abbia fatto certe dichiarazioni, perché quando parlavamo mi diceva altro». Il tecnico granata è rimasto sorpreso dalle frasi del suo ex terzino tuttofare, anche perché l’aveva sempre elogiato pubblicamente per la professionalità, mentre il patron granata ha deciso di ribattere a stretto giro di posta all’ultimo dei suoi «peones».

«Io preferisco ricordare il D’Ambrosio umile e determinato che quattro anni fa arrivò a Torino dalla C2 in cerca di fortuna – commentava Cairo meno di due ore dopo sul sito del club -, rispetto all’attuale D’Ambrosio rancoroso che ha già dimenticato chi lo ha lanciato e soprattutto chi lo ha appoggiato tre anni fa nei suoi profondi momenti di crisi. Comunque sia, come ho già detto sabato sera a San Siro, buona fortuna D’Ambrosio». Il «c’eravamo tanto amati» è figlio di un contratto non rinnovato, delle sei tribune consecutive collezionate dopo la rottura con il Toro e della lunga telenovela del mercato invernale. Danilo D’Ambrosio voleva fortemente l’Inter, usando anche la sponda granata per forzare la mano e raggiungere il prima possibile l’accordo. L’ha ottenuto. «L’Inter è una grande società – dice - e qui c’è Mazzarri: molti mi cercavano, anche la Juve,ma ritenevo il progetto nerazzurro più importante». 

Forse è una valutazione generosa, visto il distacco dai bianconeri (-26 punti), l’aggancio del Toro in classifica e le fibrillazioni attuali nel mondo interista. Però D’Ambrosio ora si sente realizzato e non vedeva l’ora di potersi togliere qualche sassolino dalla scarpa. Nonostante gli inviti del ds Ausilio che ha provato a frenare l’ex granata anche con un esplicito gesto della mano. «Mi è stato detto di non fare polemica – ha poi sorriso D’Ambrosio -, però non capisco perché il Toro parli di irriconoscenza per il mio caso e non per quello di Rolando Bianchi: mi sembra si usino due pesi e due misure». Un autogol in piena regola, considerando che l’attaccante è rimasto in granata fino alla fine del contratto senza prendere accordi con nessuno e soprattutto non ha rifiutato il rinnovo. Non a caso i tifosi del Torino si sono scatenati sul web per il paragone e un messaggio deve averlo mandato anche il suo ex capitano, se D’Ambrosio su Facebook correggeva il tiro. «La società non può dare dell’ingrato a me – scriveva l’interista sul suo profilo - se ha trattato Bianchi come non doveva essere trattato: capitano per ben 5 anni e non ha ricevuto la giusta riconoscenza. Questo è il senso del due pesi e due misure». Il caso Bianchi è diverso e per capirlo basta leggere il messaggio inviato ieri sera dall’attuale punta del Bologna. «Grazie a tutti per l’affetto – twitta il 10° bomber della storia del Toro ai suoi tifosi -: 90’ da avversari per far vincere i colori rossoblù, ma nemici mai! A voi l’Europa, a noi la serie A».