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Dopo aver fatto incetta di premi tra il Gran Galà del calcio e i Gazzetta Awards, Mauro Icardi è pronto per la sfida alla Juve, uno dei suoi bersagli preferiti. Su La Stampa si parla, però, di un Icardi che deve ancora dimostrare qualcosa:
"Se Mauro Icardi non è ancora un top player le colpe sono più dell’Inter che sue. Ciò premesso, in un processo di crescita in ritardo rispetto alle previsioni, questa doveva essere la stagione delle fondamentali «prime volte». Finalmente un titolo da festeggiare, soprattutto. E, nel cammino, il debutto in Champions, un gol con l’Argentina e, perché no, i duelli con i migliori giocatori del mondo. Saltato l’incrocio con Messi, ko per infortunio nel doppio Inter-Barça, ecco quello con Ronaldo. Maurito ci arriva con due gol in meno in campionato, ma alla pari a quota 11, contando anche la Champions. Far meglio di CR7 sarebbe una libidine. È il momento della verità. Intanto, dopo aver digiunato fino alla quinta giornata, Maurito si è sbloccato su rigore contro la Fiorentina e da allora non si è più fermato: 8 gol nelle sei partite giocate dal 1’, più i 3 sulle 5 di Champions. Il problema è che contemporaneamente l’Inter è tornata a essere Icardi-dipendente ancora più di quel che era stata nella scorsa stagione. Prendete le sei sfide della serie aperta: delle 11 reti nerazzurre contro Fiorentina, Spal, Milan, Lazio, Atalanta e Roma, ben 8 portano la firma del capitano, che ha pure offerto un assist a D’Ambrosio. È così che una forza può anche diventare un limite (un solo successo nelle ultime 5 gare, coppa inclusa). Tocca a Spalletti rimediare, magari con idee nuove: meno Perisic e Nainggolan, più Keita e Borja Valero o Martinez. Perché i gol di Icardi rischiano di non bastare più per uscire indenni dai giorni che valgono la stagione: urge evitare un S. Ambrogio a -14 dalla Juve e contro il Psv fare strada in Champions".
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