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La Stampa – Icardi non basta all’Inter, il gioco non convince. Senza Candreva…

L'analisi de La Stampa sul pareggio del Franchi

Matteo Pifferi

"Prima Icardi, poi Simeone. Prima il re dei bomber, poi quello che ne vuole imitare, almeno in parte, il cammino. In una notte, per certi versi ruvida e senza grandi sussulti, l’Inter non spezza la propria astinenza da vittoria (ultimo successo il 2 dicembre) grazie alla forza dei nervi di una Fiorentina che va sotto, ma risorge quando tutto appare perduto". Apre così l'articolo de La Stampa in merito all'anticipo serale del 20° turno che ha visto l'Inter andare a pareggiare contro la Fiorentina.

CLASSIFICA - Il periodo nero dei nerazzurri adesso complica anche una classifica che si fa sempre meno bella: la Roma oggi può raggiungere i nerazzurri, la Lazio arrivare a soli 2 punti e le romane hanno anche i rispettivi recuperi di campionato. Candreva in panchina Non c’è Candreva, l’Inter non cambia. I nerazzurri non abbandonano il loro marchio di fabbrica e spingono Joao Mario sulla corsia di destra, con Borja Valero alle spalle di Icardi e Perisic sulla sinistra. Spalletti non si piange addosso perché, dice, chi piange non va da nessuna parte e questi devono essere tempi di raccolta per non cominciare a dubitare delle proprie forze. La notte viola è a tinte sbiadite, almeno per un tempo: vorrei ma non posso è l’abito delle due sfidanti, tanti, sono gli errori anche tecnici.

LA PARTITA - Sono i toscani i più vivaci, nelle intenzioni di sicuro: là davanti la coppia giovane Chiesa-Simeone punge ogni volta che viene messa in condizione di farlo, mentre Thereau continua a sparare a salve (imperdonabili due conclusioni alle stelle da buonissima posizione) e da dietro gli inserimenti di Badelj o Benassi arrivano fuori giri. L’Inter è raccolta, attorno a Ranocchia e Skriniar, e prova a offendere senza armi perché Joao Mario o Perisic si dimenticano di saltare il dirimpettaio di turno. Emozioni poche, Buone intenzioni moltissime. Simeone gela Spalletti Per metà gara resta il primissimo affondo viola il più pericoloso: dopo appena 2’ Astori tocca per Simeone che si vede il pallone sbattere sul ginocchio e finire a un soffio dal palo. Per il resto si va avanti a tentativi o strappi, con i padroni di casa più portati alle accelerazioni e i nerazzurri attenti a ricamare le proprie trame con pazienza ed equilibrio.

I GOL - Non è una serata da effetti speciali, ma viva sì, con la sensazione che l’agguato possa essere dietro l’angolo. Così accade prima dell’ora di gioco: Cancelo disegna una punizione diabolica, la difesa viola chiama un fuorigioco che non c’è e Icardi segna in due tempi perché il colpo di testa dell’argentino viene respinto da Sportiello che capitola sul successivo tap-in. Il finale è segnato dagli infortuni e dai cambi. Santon completa la sua fatica da jolly andando prima a occupare la corsia opposta, poi la zona centrale della difesa una volta arresosi Ranocchia. Nella Fiorentina c’è spazio per Babacar, che arriva a un passo dall’entrare nelle cronache per una rovesciata da applausi deviata da Handanovic. Sul più bello, per la Viola, arriva il pari di Simeone, al termine di un flipper nell’area nerazzurra. L’Inter non sa più vincere, l’avvitamento su se stessa continua.

(La Stampa)