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La Stampa – Il derby sarà decisivo per l’Europa. Milan calendario a favore, ma l’Inter…

Le milanesi rincorrono un posto in Europa, ma, probabilmente, ci sarà spazio per una sola delle due

Marco Astori

Una poltrona per due. Inter e Milan rincorrono l'Europa, obiettivo condiviso per svoltare una stagione: per i nerazzurri sarebbe un obbligo, mentre per i rossoneri un successo, considerando la disparità delle due rose. Ma probabilmente ci sarà spazio solo per una delle due squadre: la Lazio corre forte e l'Atalanta non si ferma. Come si legge tra le pagine de La Stampa, infatti: "Stanno andando fortissimo, le inseguitrici del trio di testa. Con nove turni di anticipo, l’Atalanta ha superato con 55 punti il suo record di sempre. E la Lazio ha già fatto meglio, con 57, di 5 delle ultime 9 stagioni. Poi, ci sono le milanesi, che non partecipano insieme alle coppe ormai dal 2012-2013 e non è scontato che questa volta ce la facciano. L’Inter è a +2, ma il Milan ha un calendario sulla carta più favorevole (ultime 4 ancora da incrociare). In più, c’è il derby della vigilia di Pasqua che rischia di diventare decisivo. Stefano Pioli debuttò in quello di andata: partì da -8, pareggiò 2-2 al 92’ con Perisic e da quel 20 novembre ha guadagnato dieci lunghezze su Montella. Ne ha recuperate anche tre sulla Lazio e cinque sull’Atalanta, ma non bastano ancora. Perché dopo il Milan dovrà sfidare anche Fiorentina, Napoli e Lazio, trappole vere a differenza dei match contro retrocedende troppo deboli o squadre senza motivazioni reali, principali responsabili di questa classifica anomala che fa volare come non mai le prime sette. Per questo, calendario alla mano, è probabile che alla fine almeno sei sfondino il muro dei 70 punti, condannando la settima a una bocciatura mai vista. La sesta, peraltro, avrebbe poco tempo per festeggiare: il turno preliminare di Europa League è fissato per il 27 luglio e il 3 agosto. Toccasse a Inter o Milan sarebbe anche un danno economico perché farebbe saltare il derby cinese già programmato per il 24 luglio a Nanchino. Una rinuncia da tre milioni di euro, oltre alla delusione dei nuovi tifosi asiatici. Un altro motivo".

(La Stampa)