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La Stampa – Inter con una nuova identità e giocatori recuperati. La squadra di Spalletti…

Chievo travolto, Spalletti ha rivitalizzato squadra e ambiente 1° posto, nessun ko e +18 sul 2016/17

Francesco Parrone

L’Inter ha scelto il momento giusto per sfoderare la partita più convincente della sua stagione ancora senza macchia: i cinque gol (a zero) al Chievo e i 39 tiri nel trionfale pomeriggio di San Siro le fruttano dopo 23 mesi il primato solitario, ma soprattutto rappresentano la spinta ideale per la supersfida di sabato sera allo Stadium. Juve-Inter da scudetto, dice la classifica. Anche se Luciano Spalletti mantiene un profilo basso: «Non sono d’accordo, per noi sarà una partita complicatissima. Ma questo è il momento migliore per giocarla: dobbiamo guardarli in faccia per vedere chi ne ha di più».

Secondo La Stampa ieri l’Inter ne ha avuto in abbondanza, fin da subito, anche se la prima parata importante l’ha fatta Handanovic su Meggiorini sullo 0-0. Poi, tracimando sulle corsie con i tandem volanti D’Ambrosio-Candreva e Santon-Perisic ma anche sfruttando le troppe assenze del centrocampo veronese, i nerazzurri hanno esaltato la loro gente, ormai convinta che quella plasmata molto più rapidamente del prevedibile da Spalletti sia diventata una squadra non solo da Champions, ma addirittura da titolo.

Una nuova identità -L’esame di sabato sarà illuminante. L’escalation interista, intanto, ha già del clamoroso. Per misurarla basta tornare al 15º turno dello scorso campionato: Pioli era già il quarto allenatore di un gruppo reduce dal 3-0 incassato a Napoli, decimo a -11 dalla zona-Champions e con sei ko al passivo. Un anno dopo, le sconfitte sono zero e i punti in più sono 18. Con un organico sostanzialmente identico. Dove i pilastri continuano a essere il portiere e il centravanti che già c’erano. Quel che mancava erano identità, determinazione, organizzazione. Idee chiare e coesione nel metterle in pratica. Ora ci sono e producono risultati. «È una grande soddisfazione per un allenatore vedere tutti dividersi i compiti in campo e fare ogni cosa da squadra - sottolinea Spalletti -. La strada è giusta, essere lassù significa che qui si lavora in maniera seria».

Giocatori recuperati - Al punto da aver recuperato anche giocatori che sembravano smarriti. Dopo aver insistito su 14 soli titolari nei primi 12 turni, Spalletti negli ultimi tre ha rilanciato con successo Santon e ieri ha ripescato Ranocchia, il migliore nel primo tempo. «Il mister ci tratta tutti allo stesso modo - conferma l’ex bersaglio preferito della tifoseria -. In tanti anni, qui ne ho viste di tutti i colori, ma un gruppo con questo spirito non c’è mai stato». Contro il Chievo ha superato anche il test di una difesa per la prima volta senza Miranda e di una mediana senza i muscoli di Vecino e Gagliardini. Promosso a pieni voti Ranocchia e meglio di altre volte Brozovic, l’unico a non aver convinto è stato Joao Mario, ancora troppo timido. In compenso, sono in tanti a stare benissimo. Icardi ha segnato ancora, Perisic ne ha fatti addirittura tre, Skriniar sprizza ovunque personalità e qualità. Dietro l’angolo, però, c’è la Juve. «Loro cambiano sempre - osserva ancora Spalletti -. Ma sarei sorpreso se i miei andassero a giocarsela con timore». Con in mano il pallone della tripletta, Perisic sorride convinto: «Abbiamo aspettato tanto per andare in testa. Ora che ci siamo, vogliamo restarci».

(Fonte: Roberto Condio, La Stampa 4/12/17)

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