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La Stampa – Inter e Milan si giocano tutto: può essere il derby della svolta

Francesco Parrone

Un mese fa rossoneri al top e nerazzurri in crisi. Spalletti ha ritrovato Icardi e i croati

Dalle pagine de La Stampa, una pre-analisi sul momento di Inter e Milan in cista del derby: "Il primo l’ha vinto 3-2 l’ Inter. Il secondo, nei quarti di Coppa Italia, se l’è preso il Milan al 104’. Oggi, dunque, il terzo e ultimo derby della stagione spariglia. Anche perché da un po’ non se ne vedeva uno più importante per la classifica e, soprattutto, più promettente a livello di gioco. Dopo sette mesi abbondanti di su e giù, le milanesi si trovano per la prima volta a condividere un periodo positivo. Risultati a parte, forma fisica e identità di squadra non sono mai state così evidenti. L’Inter convinceva meno anche quando era capolista. Poi, da dicembre a febbraio, si è smarrita. Per ritrovarsi dopo la strategica provocazione di Spalletti («Ci manca qualità») che ha pungolato i suoi giocatori dopo lo 0-0 con il Napoli. Il Milan che a fine novembre ha esonerato Montella era un tourbillon continuo, sgonfio, informe. La cura ricostituente di Gattuso ha funzionato presto, guarda caso a partire dal derby di Coppa. È risalito da -18 a -5 e sabato, per la prima volta dopo quattro mesi, allo Stadium è tornato a perdere punti sui nerazzurri, scivolando a -8.

Champions in bilico - Con ogni probabilità il rinvio di un mese fa lo ha danneggiato. Il 4 marzo c’era un Milan al top, reduce da 13 risultati utili. E c’era un’ Inter con Icardi fermo da fine gennaio e i due croati ancora dispersi. Rischiava il colpo di grazia, nel derby. Dopo lo stop per lutto è invece ripartita meglio dei rossoneri. Che restano molto più convincenti del pre-Gattuso, ma - tra l’eliminazione dall’Europa e i sofferti successi su Genoa e Chievo - hanno perso un po’ dello smalto ritrovato. Oggi si giocano gli ultimi spiccioli di speranze Champions. Se perdono, l’Inter vola a +11 e il 4° posto diventa lontano dieci punti.

Troppi. «Urge fare un salto di qualità - carica “Ringhio” -: concentrati e compatti fino alla fine. Ho ragazzi bravi, non campioni. E una squadra senza rabbia nel Dna». I dieci punti ricavati dagli ultimi quattro turni lasciano più tranquillo Spalletti. Solo teoricamente, però. Perché un successo gli ridarebbe il terzo posto, ma un ko prima delle trasferte con Toro e Atalanta metterebbe in dubbio anche il quarto.

Altro pienone a S. Siro - Nel caso, Milano rischierebbe seriamente di disertare la Champions per la quinta stagione di fila. Un disastro, per i conti dei cinesi già ampiamente nel mirino delle due tifoserie. Ma oggi conta solo il derby: S. Siro di nuovo pieno, nonostante il giorno feriale e lo strano orario delle 18,30; un altro esame, forse decisivo, non solo per le squadre ma anche per gli allenatori. In un mese è cambiato pure il loro umore. Spalletti, nervosetto e con qualche prima ombra sul suo futuro, si è rasserenato. Gattuso era il tecnico del momento. Una rivelazione assoluta. Rinnovo del contratto già pronto, si diceva. «È nell’uovo di Pasqua», aveva garantito il ds Mirabelli. Lo abbiamo aperto, ma la sorpresa non c’era. O forse sì. Perché ieri Gattuso sul tema è stato chiaro: «Bisogna essere in due ad essere convinti. Se non c’è fiducia si attende. Abbiamo parlato due volte, a casa mia la terza volta è già troppo». Un altro nodo da sciogliere in un vicenda societaria sempre intricatissima".

(Fonte: Roberto Condio, La Stampa 4/4/18)