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La Stampa – Inter e Napoli, pari che non serve a nessuno. Azzurri più penalizzati…

Francesco Parrone

Con Astori in testa, non poteva esserci festa vera per i 110 anni dei nerazzurri compiuti venerdì e celebrati prima del match. Poi, sul campo, a lungo è stata ancora tristezza dilagante. Colpa dei 22 protagonisti. Non è capitato nulla, davvero, per tutto il primo tempo. Nessun tiro in porta, un solo corner calciato dal Napoli dopo 44’, due ammonizioni per falli a centrocampo, troppe palle perse, persino Varsenza lavoro. Una delusione, insomma. Spalletti ha ritrovato Icardi dopo 42 giorni e Miranda dopo un mese, ma la novità, a parte il rilancio dal 1’ del combattivo Brozovic dopo i fischi amici beccati contro il Bologna, è capitan Maurito per la prima volta con Rafinha alle sue spalle. Sulla carta, poteva essere la mossa per guarire l’ Inter dall’involuzione.

Il problema, però, è che il piano nerazzurro è consegnare il campo al Napoli. Che, dopo un avvio pieno di passaggi imprecisi, se lo prende. S. Siro diventa il S. Paolo dove i sarriani - lo dicono i numeri - funzionano un po’ meno, specie contro i muri ben eretti. Quello interista lo è. Organizzato, attento. Il Napoli ci va a cozzare dopo un’infinita teoria di fraseggi a cui manca velocità e, soprattutto, l’ultimo tocco ispirato di uno dei suoi big. E siccome quasi ogni volta che Brozovic, Gagliardini o Skriniar hanno un pallone da rigiocare, lo consegnano agli avversari, il primo tempo si rivela una lagna indicibile. Al punto che il gesto migliore lo compie Skriniar al 27’, frenando pulito il lanciato Insigne al limite dell’area...

 

(Fonte: Roberto Condio, La Stampa 12/3/18)

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