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La Stampa – Inter, per il gioco si prega di ripassare. Vince come una provinciale

Sabine Bertagna

Secondo il quotidiano torinese, nonostante la vittoria in Europa League, il gioco dell'Inter è peggiorato

L'Inter aveva bisogno di una vittoria per sopravvivere e ieri ha vinto. Ma l'analisi della Stampa evidenzia un gioco peggiorato e molte lacune: "Quasi senza volerlo, l’Inter ha vinto la partita che doveva vincere. Giocando a San Siro, come fosse una provinciale in trasferta, con un solo tiro in porta e un gol (bellissimo) di Candreva, restando in 10 dal 77’ e, tra perdite di tempo e palloni buttati in tribuna, difendendo tre punti d’oro. Erano necessari per sopravvivere in Europa League, ma soprattutto per consentire a Frank De Boer di restare sereno in sella e preparare le sfide contro Atalanta e Toro, che in Serie A sono tra chi sta meglio."

Gioco peggiorato - L’1-0 sul Southampton, però, non cambia granché l’immagine che l’Inter ha offerto negli

ultimi tre ko consecutivi. Anzi, sul piano del gioco persino la peggiora. Ad eccezione del gol il resto è stata

sofferenza, prima e dopo la stoccata decisiva. Con Handanovic tornato fondamentale grazie a due mezzi miracoli

nella ripresa e Miranda bravo a tenere in piedi una difesa sempre sotto minaccia. Per il gioco, dunque, ripassare.

L’importante, allora, è non illudersi troppo. Ed evitare quei voli di fantasia fatti dopo il 2-1 sulla Juve, che sembrava aver risolto tutti i problemi nerazzurri.

Il gioco del Southampton - Gli inglesi giocavano semplice e lineare, sfruttando tutta l’ampiezza del campo. Giro-palla, cambi di fascia, sovrapposizioni e uno contro-uno vinti. Pensando al Manchester City in arrivo domenica

hanno tenuto il loro bomber Austin in panca per 48’ e hanno sfiorato almeno cinque volte la rete. Il tutto mentre

dall’altra parte l’Inter navigava nel buio. la loro superiorità è stata a lungo imbarazzante. Così come desolante è stata la povertà di idee e di ritmo dell’Inter.

Il centrocampo - Tre centrocampisti come Gnoukouri, Medel e Brozovic, rientrante dopo un mese di punizione e di nuovo espulso, per definizione incapaci di costruire, che continuavano a scambiarsi il pallone, in attesa

di uno smarcamento che non avveniva mai. Tutto bloccato, tutto moscio. Fino al gol nato quasi dal nulla, ma preziosissimo.

(La Stampa)