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La Stampa – Joao Mario spreca e sparisce. Inter imperfetta ma ha un pregio…

Primo tempo senza equilibrio né gioco, nella ripresa qualche segnale positivo

Francesco Parrone

Dal quotidiano La Stampa, il commento sulla deludente prestazione dell' Inter a Bologna dove il match termina sul risultato di 1-1: "C’è poco, molto poco da salvare nella notte interista a Bologna. Non il gioco perché, per lunghi tratti, sono stati gli emiliani a rubare l’occhio grazie al folletto, imprendibile, Verdi e al figlio d’arte Di Francesco. Nemmeno l’equilibrio o le idee perché, a questa Inter, manca ancora chi possa accenderla o proteggerla in mezzo al campo: fallito, ancora una volta, l’esperimento Joao Mario trequartista, alla fine potrebbe essere proprio la carta Eder in quel ruolo la soluzione, mentre, come diga centrale, Borja Valero o Vecino (ma anche Gagliardini) non hanno la forza per distruggere e costruire. Finisce in parità (1-1) solo per la troppa fretta dei rossoblù davanti ad Handanovic.

Ventura prende nota - Nessun pilota automatico dentro ad una macchina nerazzurra che comincia la sua fatica in Emilia sbandando paurosamente: l’ Inter non c’è in avvio e non c’è nemmeno durante una prima parte di gara giocata quasi a nascondersi. Quello che ci si aspetterebbe da Candreva (a destra) e Perisic (a sinistra) lo confezionano le due frecce rossoblù Di Francesco e Verdi: i giovani esterni di Donadoni incantano ed ogni volta che addomesticano il pallone danno la sensazione di poter fare ciò che vogliono. Più Verdi di Di Francesco a dire la verità e, tutto, sotto lo sguardo attentissimo del ct azzurro Ventura, ieri in tribuna al Dall’Ara: nell’ Italia che vuole cambiare pelle ragazzi come i due bolognesi possono starci tranquillamente, anzi possono trasmettere alla Nazionale quella sana follia che cerchiamo.

Trequartista cercasi - Il Bologna attacca, ma lo fa con equilibrio per non ripetere gli errori messi in scena nel duello contro il Napoli: dieci giorni fa, gli emiliani si sgonfiarono con il passare dei minuti fino a consegnarsi nelle mani di Mertens e soci. L’ Inter affida a Joao Mario il delicato compito di muoversi da trequartista, ma si capisce fin dai primi tocchi come Spalletti debba lavorare ancora molto per capire a chi assegnare, definitivamente, un ruolo tanto delicato: il portoghese spreca dopo nemmeno un minuto l’occasione che avrebbe dato una scossa alla partita e, poi, sparisce. Dietro di lui, Borja Valero e Vecino collezionano una lunghissima serie di false ripartenze e, là dietro, non c’è continuità nel far girare il pallone: il verdetto non può che essere di bocciatura per una squadra, quella nerazzurra, che mette in mostra un primo tempo da brividi.

Il pregio di non mollare - L’andamento lento dei nerazzurri appare inarrestabile. Ma l’ Inter, in mezzo a tante imperfezioni, ha un pregio: Icardi e soci non escono mai definitivamente dal ring, anzi vi rientrano quando i titoli di coda si avvicinano. Il rigore trasformato da Icardi - sesto gol in campionato per l’argentino - è il settimo sigillo su undici realizzati fino ad ora dall’ Inter che cade nell’ultimo quarto d’ora di gara. Qualcosa vorrà pur dire, qualcosa su cui costruire una stagione che, per ora, fra alti e bassi, consegna ai nerazzurri una forte personalità. Per il Bologna il pieno di applausi e di amarezza".

(Fonte: Guglielmo Buccheri, La Stampa 20/09/17)

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