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Sembrano finiti i tempi dell'ItalJuve. I bianconeri sono sempre stati il serbatoio della Nazionale ma ora la situazione è cambiata. Resta uno zoccolo duro di 8 azzurri, a partire dal blocco difensivo con Buffon, Barzagli, Bonuci e Chiellini, ma nell’ultimo quinquennio la Juventus ha trionfato con una crescita costante delle quote internazionali. Dal 29% del 2011/12 all’attuale 68%: più del doppio e un dato così non si era mai visto a Torino. Neanche la scorsa stagione, quando c’erano 19 stranieri ma su 30 elementi a disposizione di Allegri (63%).
La riforma Tavecchio paradossalmente ha influenzato questa crescita esterofila, visto che la riduzione dell’organico ha penalizzato gli italiani: quest’estate sono andati via Padoin e Zaza (oltre a Pogba, Morata e Pereyra), mentre la Juve ingaggiava sei stranieri su sei (Higuain, Dani Alves, Pjanic, Pjaca, Benatia e Cuadrado).
Il Sassuolo, invece, resta un’isola giovane e felice con il 14%, mentre Di Francesco schiera nove italiani titolari in campo. Senza dimenticare che da tempo ha messo in vetrina Domenico Berardi (assente sabato per infortunio). L’attaccante 22enne rappresenta il futuro dell’Italia, è stato il più giovane a segnare 40 gol in A, e il più grande potenziale affare di mercato. Il suo cartellino vale già 50 milioni di euro e la Juve farà di tutto per averlo e per convincerlo a vestire il bianconero dopo tre rifiuti. Non tanto per riequilibrare le quote, ma per continuare a vincere.
(Fonte: Gianluca Oddenino, La Stampa 07/09/16)
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