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I numeri degli ultimi anni dicono che la Juve ha ancora un grande vantaggio nei confronti dell'Inter, ma, come sottolineato da La Stampa, le similitudini fra le due rivali di questa sera allo Stadium sembrano essere molte di più. Scrive il quotidiano: "La prima similitudine è il manifesto della partitissima: ritrae il Pipita e Maurito, punteros argentini contro, 15 gol a testa nella corsa che ora vale anche la classifica cannonieri e una «camiseta» albiceleste. Higuain segna da sei giornate di fila e negli ultimi tre incroci casalinghi ha bucato quattro volte l’Inter. Anche Icardi ha un’ottima tradizione contro la Juve: sette gol in otto match, con tre centri allo Stadium. Ha un problema, però: in trasferta è a secco dal 21 settembre scorso (doppietta a Empoli). Da allora, otto partite, 720’ e solo... un’autorete pro Roma. Stasera promettono grandi cose i duelli dei centravanti al top contro i veri totem bianconerazzurri. Stanno in quelle porte, da anni. Buffon addirittura dal 2001, Handanovic dal 2012. In due fanno 959 presenze in A. Su SuperGigi inutile dilungarsi. Sullo sloveno pararigori è invece il caso di ricordare che è lui l’unico ancora titolare rispetto alla prima e unica Inter capace di violare lo Stadium (3 novembre 2012). Un italiano e uno straniero: il discorso scivola inevitabilmente su quote che proprio in questa stagione si sono riequilibrate. C’erano una volta un’Inter fatta solo di importati e una Juve di gran lunga la più autarchica tra le big".
"Ora Allegri è arrivato a schierare nove stranieri titolari, mentre Pioli (e prima di lui anche De Boer) è sceso fino a sette. Altra «livella» sotto gli occhi di tutti è quella dei filotti da urlo. La Juve ostenta il trofeo di 27 vittorie consecutive in casa, l’Inter s’è rimessa a correre con 7 successi. Una delle due serie stasera finirà. Poi, c’è il modulo: 4-2-3-1 per entrambe. Sono le sole a schierarlo in A, in questo momento. Lo hanno adottato stabilmente dopo le svolte di gennaio. La rabbia del post ko fiorentino ha convinto Allegri a mandare in campo tutti assieme Pjanic, Cuadrado, Dybala, Mandzukic e Higuain: è stato un trionfo, tra campionato e Coppa Italia. Pioli, invece, giocava già con questo schema, ma l’ha reso più equilibrato ed efficace grazie all’innesto di Gagliardini, il miglior ingaggio del mercatino italiano. Con l’ex atalantino, Joao Mario è più libero di inserirsi (già due gol) e persino Kondogbia è diventato giocatore di peso e sostanza. Quel che ancora tiene agli opposti Juve e Inter è l’analisi delle loro partite. I bianconeri le azzannano (10 gol nei primi 15’, 21 al 45’), i nerazzurri hanno partenze da incubo per poi spesso rimediare nei finali. La Juve versione Stadium, addirittura, non ha mai incassato una rete prima del 30’ e da quattro partite si sblocca entro il quarto d’ora. L’Inter da trasferta, invece, ha segnato appena tre gol nei primi tempi e da settembre non fa centro prima del minuto 47. La sua speranza l’ha espressa Massimo Moratti, ultimo presidente vincente: «Bisogna resistere nel primo tempo per poi provare a venire fuori nel finale». Canovaccio già scritto o sorprese in agguato?".
(Fonte: La Stampa)
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