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La Stampa – Juventus-Inter troppo tattica, le difese vincono sugli attacchi. Icardi…

L'analisi de La Stampa sulla sfida dello Stadium

Matteo Pifferi

L'Inter esce indenne dall'Allianz Stadium e mantiene (per una notte solo in caso di vittoria del Napoli oggi) il primato in classifica. L'edizione odierna de La Stampa analizza così la partita:

"L’antitesi dello spettacolo, il trionfo della difesa, l’esasperazione della tattica e del resto Juve-Inter si gioca sempre di testa, di nervi. Non è mai a briglia sciolta, non si corre, si presidia e non è mai un campo facile per i campioni. Non è una partita da attaccanti. Figurarsi che incubo può essere per quelli in crisi. Fanno fatica Higuain e Icardi, Maurito davvero tanta, e ne fa ancora di più Dybala che si ritrova sopra una panchina annunciata e confermata con la parola caso scritta sopra. Sì, perché più i minuti passano, più l’Inter si chiude e più il pubblico lo aspetta, la critica lo chiama, lo stadio si prepara al suo inevitabile ingresso e il pensiero di chiunque stia guardando uno 0-0, che diventa ogni minuto più concreto, è lo stesso: quando entra. Lo pensano i bianconeri convinti che scassinare una sfida così ermetica, oltre al resto, lo farebbero uscire dalla crisi e lo temono gli interisti che nella lotta di posizione, nell’occupazione della zolla, si ritroverebbero una nuova incognita capace di far saltare il banco. E lo schema a tenuta stagna di Spalletti. Una parte lo invoca, l’altra lo esorcizza, Allegri non lo guarda e intorno a lui montano i punti interrogativi. Fumetti che gli girano sopra la testa".

DYBALA NON PREOCCUPA L'INTER  - "L’Inter traballa un po’ prima di Dybala, ma lui non ha i colpi pronti per la squadra che resta imbattuta e capolista. Abbozza una punizione lontana parente di quelle di cui è capace e sfiora altre palle senza intenzione. Quando il tempo si ferma, lui è ancora bloccato: applaude uno stadio scettico che comincia a chiedersi se davvero è successo qualcosa all’uomo che credeva destinato a dare la svolta. Dybala era a un niente dal cambio di dimensione, pronto al passaggio da campione a fuoriclasse e ora è un’ombra. Sfibrato dall’attesa. L’Inter non è certo disposta a regalargli la chiave di uscita dalle sue ansie, come ha fatto il Napoli con Higuain. Non si scompone e non si spaventa, quando lo vedono entrare i nerazzurri hanno superato il momento buio, vedono il traguardo e restano composti. Lui parte demotivato, come se l’attesa lo avesse sfibrato e servirebbe una forma che non ha per smarcarsi dai suoi stessi dubbi. Rinuncia a rincorrere un paio di palloni quasi certamente impossibili eppure forse degni di chi ha freschezza e numeri e poi ronza dentro un’area in cui non trova spazio. Non sono i pochi minuti che gli vengono concessi a cambiare il panorama: non era serata, non era partita, però in qualche perverso modo questa Juve-Inter lo lascia in una posizione più scomoda. La fase no adesso rischia di trasformarsi in problema".

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