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La Stampa – L’Inter si gode Icardi e Kovacic. Il futuro parte da qui…

Francesco Parrone

Il pallone della tripletta Maurito Icardi se l’è voluto portare a casa con la firma di tutti i giocatori. Non gli era mai successo nella sua storia di giovane bomber di serie A di centrare un obiettivo simile. Una gioia quasi analoga l’aveva...

Il pallone della tripletta Maurito Icardi se l’è voluto portare a casa con la firma di tutti i giocatori. Non gli era mai successo nella sua storia di giovane bomber di serie A di centrare un obiettivo simile. Una gioia quasi analoga l’aveva provata ai tempi della Sampdoria, quando i gol furono 4. Maurito ha portato a casa quella palla che gli è servita anche per mandare un messaggio d’amore alla neo mogliettina Wanda Nara, che porta in grembo la sua bambina. Una storia cresciuta a suon di cinguettii che anche ieri ha regalato qualche stralcio di soap-opera, visto che l’ex Maxi Lopez da Napoli ha dedicato la sua rete ai figli che ha avuto con lei e quest’ultima, quasi contemporaneamente, si è fatta fotografare facendo il segno «3» con le dita. Maurito, giusto per non essere da meno, di fronte alla prima telecamera ha dedicato la tripletta a tutta la famiglia ma ormai all’Inter nessuno ci fa più caso. Icardi è così, spettacolare ed estroso tanto in campo quanto fuori, soprattutto quando di mezzo c’è la rete. La sua crescita tattica che è direttamente proporzionale al numero di gol ( 6 in 4 gare) fa ben sperare Mazzarri e i suoi collaboratori. Difficile non essere soddisfatti dopo una prestazione così: « Siamo affamati, ma è quello che ci ha chiesto l’allenatore dal primo giorno di ritiro - ha raccontato l’attaccante argentino -. I miei sono stati tre gol diversi. Il primo con un po’ di fortuna, Mateo ha calciato e il pallone è rimasto lì. Poi c’è stata confusione e sono stato bravo a segnare. Il terzo gol è quello che mi è piaciuto di più».

Mateo Kovacic è l’altra bella sorpresa della giornata. La coppia M&M funziona anche così, Maurito l’estroso e Mateo il ragazzo che fa della riservatezza la sua forza. Fidanzato con una Izabel qualunque, che è rimasta a vivere nel suo paese, e religioso al punto da passare molto tempo in giro per santuari, Kovacic è riuscito a entrare nel cuore di questa squadra dopo che i giocatori più esperti avevano tolto le tende. Serviva un progetto giovane per ridargli slancio, dopo una stagione trascorsa nella depressione per spazi difficili da trovare. Coccolato e voluto da Stramaccioni, ha faticato ad assorbire i codici del sergente Mazzarri, poco propenso a dargli credito nella scorsa stagione. Adesso Kovacic arriva alla Pinetina felice e soprattutto sembra più sicuro dei propri mezzi. Ieri ha servito un assist proprio a Icardi e non è un caso che abbia realizzato il suo primo gol in serie A. «Lui e Icardi hanno avuto una crescita pazzesca - ha ammesso il tecnico nerazzurro Mazzarri -. Mateo ha capito come si gioca in serie A e ora può farlo anche nella sua Nazionale».

Mazzarri si gode i suoi giovani uomini (tra i titolari di ieri il più vecchio era il trentenne Handanovic) con le preoccupazioni tipiche di un padre. Ecco perché stamattina arriverà al campo di allenamento con l’intenzione di trasmettere a tutti quanti un pensiero che il presidente Erick Thohir ieri sera ha pienamente condiviso: «Adesso guai a montarci la testa».