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La Stampa – L’Inter si ritrova tra errori e goal. Prima vittoria dell’era Thohir…

Col sottofondo della fiera canterina degli ultrà della Nord, che hanno messo in scena lo spettacolo dei cori (a loro dire) consentiti e non, Inter e Verona hanno per fortuna pensato a qualcosa di più importante: le ragioni di classifica. Il...

Francesco Parrone

Col sottofondo della fiera canterina degli ultrà della Nord, che hanno messo in scena lo spettacolo dei cori (a loro dire) consentiti e non, Inter e Verona hanno per fortuna pensato a qualcosa di più importante: le ragioni di classifica. Il sorpasso interista si consuma a suon di reti, quattro di cui tre segnate su calcio d’angolo, a fronte delle due incassate. A testimonianza che la fase offensiva funziona bene con schemi memorizzati in settimana, mentre dietro senza Campagnaro il reparto è da rivedere. L’inizio del Verona è tremebondo. Mandorlini continua a chiedere alla squadra di alzarsi, ma i suoi giocatori forse spaventati da San Siro tendono a schiacciarsi. L’Inter quindi ha gioco facile. A differenza di quanto visto nei primi 45 minuti contro il Torino l’approccio è furioso. E infatti nel giro di dodici minuti i nerazzurri raggiungono il doppio vantaggio, prima con un’autorete di Moras (tiro di Jonathan) e poi con il solito Palacio. Sembra tutto molto facile, ma c’è un però, le difese infatti fanno acqua da (quasi) entrambe le parti e quindi non è difficile arrivare in porta. Mazzarri sembra veggente, non fa in tempo a richiamare Juan Jesus («Gioca serio») che arriva subito l’erroraccio, il brasiliano sbaglia a raddoppiare la marcatura su Toni e permette a Martinho di siglare il 2-1. Per fortuna dell’Inter arriva subito il terzo gol di Cambiasso, ma ogni volta che i gialloblù provano a spingersi in avanti danno l’impressione di poter far male.

Nella squadra di Mazzarri ci sono note eccellenti (la forma di Palacio) ma anche problematiche preoccupanti: oltre alla consistenza della difesa, incerta e distratta, anche Kovacic fatica a trovare la posizione. Mazzarri utilizza l’intervallo proprio per richiamare tutti all’ordine. Per ragioni di classifica ma anche per se stesso. Sa che Thohir ormai resta sveglio a vedere l’Inter e quindi non vuole sfigurare. Moratti in tribuna raccoglie i suoi sms, in attesa di poterlo accogliere allo stadio il 9 novembre, quando ci sarà Inter-Livorno. Di certo non si sarà annoiato e neppure avrà provato quel senso di frustrazione che lo ha assalito nel finale del match di Torino. L’eccessiva timidezza del Verona ha permesso a Palacio e compagni di giocare la ripresa in quasi totale tranquillità. Il poker di Rolando ha dato anche l’opportunità a Mazzarri di far rifiatare l’attaccante argentino e Cambiasso, ossigeno utile in vista del match di Bergamo anticipato a martedì. Il tecnico però avrebbe avuto ancora il tempo di arrabbiarsi per l’ennesima distrazione difensiva costata il 4-2 di Romulo, prima dell’espulsione di Belfodil e Moras (troppo nervosi) a match concluso. 

L’Inter deve crescere proprio in questo: senza Campagnaro ha incassato nove reti. Balzano però agli occhi anche altri dati inconfutabili: la qualità collettiva del gruppo interista è superiore alla qualità dei singoli, a differenza di ciò che accade in squadre come Roma, Napoli e Juventus. Thohir si accontenterà? Intanto il nuovo proprietario della maggioranza del club ha salutato la prima vittoria e, visto lo scetticismo che aleggia intorno al suo gruppo, è comunque un buon auspicio. Come è di buon auspicio il fatto che sia stata accantonata la canzoncina sui napoletani colerosi. La protesta della curva Nord si è infatti sviluppata prima attraverso il silenzio e poi con canzoncine non sanzionabili. Non si può avere tutto.