La Stampa analizza così la sfida di campionato tra l'Inter e il Pescara: "Quale miglior modo per festeggiare il Capodanno Cinese? L’Inter lo trova battendo con una naturalezza disarmante un Pescara spaesato e troppo gracile. L’impegno del sabato diventa una sorta di allenamento in chiave Juventus (domenica prossima). Perché quello che accadrà in Coppa Italia martedì sera è destinato a fare storia a sé. In campionato ormai si va al galoppo, sette vittorie di fila e quarto posto ottenuto grazie alla sconfitta di quella stessa Lazio che si presenterà a San Siro tra soli due giorni. L’Inter ormai è squadra. Corta e compatta. Difficile sorprenderla o vederla sbilanciata come un tempo. E su questo equilibrio tattico trovato da Pioli le individualità possono finalmente esprimersi al meglio e fare la differenza. Prezioso Joao Mario, che a differenza di Banega, che interpreta il ruolo da trequartista restando fermo in mezzo, svaria come un pendolo in orizzontale aprendo varchi e dando profondità. Cresce l’intesa tra Brozovic, che imposta di più (suo l’assist per D’Ambrosio), e Gagliardini, che lavora di più nel recupero e tatticamente è bravissimo a farsi trovare smarcato e coprire dove serve. Fondamentale la spinta dei terzini che raddoppiano costantemente sulle fasce. Candreva e Perisic si stringono e attaccano l’area. I rientri di Perisic sono il simbolo di una disponibilità al sacrificio che prima non c’erano.
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La Stampa – L’Inter batte il Pescara con naturalezza disarmante. L’unica difficoltà…
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La prossima allo Stadium - L’unico neo: la difficoltà ad armare Icardi: tanto gioco non fa ricco il centravanti, che qualche colpa negli smarcamenti forse ce l’ha. Ma sono e restano dettagli. L’Inter non passa neppure attraverso la sofferenza, vuole subito far sua la partita e va al riposo con un doppio vantaggio: sblocca D’Ambrosio di testa e raddoppia al 43’ Joao Mario. Il Pescara, che all’inizio dimostra di saper costruire, pecca in disorganizzazione difensiva. Oddo si arrabbia e nel secondo tempo la squadra ha una buona reazione. Bahebeck fa tremare la difesa nerazzurra e Handanovic non sempre è affidabilissimo. L’Inter poi cala il ritmo e si adagia, ma ha risorse che gli avversari si sognano. Ecco, infatti, entrare Eder al posto di Perisic e due minuti dopo proprio l’italobrasiliano sigla il tre a zero (con Icardi autore dell’assist in fuorigioco). L’arbitro convalida. A San Siro è festa. Il pubblico accoglie con un interminabile «oh» l’ingresso di Gabigol, ogni suo tocco è un’ovazione anche se non fa nulla di straordinario. Ma dopo un risultato così tutto è consentito e il ragazzo continua a restare un idolo. Pare che non sia pronto per giocare 90 minuti, però non se ne vuole andare. Nell’anno del Gallo ci sarà tempo per prendere le decisioni migliori".
(Fonte: Laura Bandinelli, La Stampa 29/01/17)
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