Il quotidiano La Stampa, esalta la vittoria nerazzurra sul Genoa. Al Meazzaè adesso sono sei vittorie di fila: "Nella nebbia di San Siro, l’Inter vede la luce della concretezza. Capitalizza quello che riesce a produrre, sfrutta la classe del rigenerato Brozovic (autore di una doppietta) e porta a casa tre punti che ai fini della pace “sociale” interista valgono almeno il doppio. Contro un Genoa che ha automatismi rodati da anni (Juric prolunga il calcio di Gasperini) si nota ancora di più l’improvvisazione di una squadra condannata a ripartire sempre da zero con allenatori che vanno e vengono. Anche Stefano Pioli ha scelto di cambiare e sperimentare, mentre in una situazione così depressa e precaria la cosa migliore, forse, sarebbe scegliere un modulo semplice (4-4-2? il più scolastico, il più affidabile) per dare certezze ai giocatori che hanno l’autostima a pezzi. Invece, anche la disposizione scelta ieri dal tecnico nerazzurro ha celato più problemi di quelli che ha risolto. Nagatomo, per esempio, ha ballato tra l’interpretazione del terzino di una difesa a 4 e la sentinella della fascia a lato di uno schema a 3. Morale: Lazovic per 45’ lo ha rullato e ha sfondato regolarmente a destra. La difesa, mal protetta e mal disposta, non ha mai intercettato gli inserimenti da fuori e non ha preso gol solo per fortuna e grazie a Simeone che va di tacco invece di appoggiare in rete.
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Genoa ko, vittoria della concretezza. Decide una doppietta di Brozovic
Palacio preferito a Perisic -Joao Mario e Brozovic, che in questa stagione hanno giocato in mille ruoli, non possono avere punti di riferimenti solidi e intesa buona. Vagano e faticano a creare. Palacio, che aveva 70 minuti di campionato nelle gambe, è stato preferito a Perisic, altro simbolo di una situazione patologica. E comunque il vecchio Palacio non può certo essere pimpante e reattivo. Lui e Eder arrancano alle spalle di Icardi alla ricerca di un senso e di una posizione. Riassumendo: i giocatori del Genoa sanno cosa fare e nel primo tempo sfiorano il gol; gli interisti improvvisano, sono un gruppo non organizzato di individualità e segnano non a caso da azione d’angolo, grazie a una bella giocata di Brozovic (38’ primo tiro in porta). E non a caso il corner è arrivato da una giocata di Icardi. Perché questa Inter è zeppa di qualità tecnica, ma nessuno riesce e a trasformarla in squadra.
Sei vittorie di fila in casa - Nella ripresa Pioli aggiusta la squadra e gli effetti iniziano a vedersi. L’ex laziale lascia nello spogliatoio l’inesistente Eder per far spazio a Melo che si piazza a fianco di Brozovic. Joao Mario, quindi, può spostarsi più avanti posizionandosi alle spalle di Icardi assieme al solito Palacio, che poco dopo viene sostituito da Perisic. Intanto Murillo perde un rimpallo con Ocampos e Handanovic salva su Lazovic. Il senso di smarrimento dei giocatori dell’Inter dietro continua ad essere lampante. Nagatomo perde palloni sanguinosi, il Genoa non sfrutta le occasioni e di nuovo viene disintegrato dalla classe di Brozovic: altro tiro, altra rete. Questa è l’Inter: non c’è ancora un gioco, non c’è una stabilità tattica ma i numeri a San Siro stanno diventando interessanti: le vittorie consecutive, coppa compresa, sono diventate 6 come ai tempi di Leonardo".
(Fonte: Laura Bandinelli, La Stampa 12/12/16)
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