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La Stampa – L’Inter riprende a correre. Difesa salda, Samuel un gigante…

A un passo dal record l’Inter si è fermata. E’ la prima buona notizia dell’anno per i nerazzurri perché il primato in questione avrebbe avuto il rumore di uno schiaffo: sarebbe stata la sesta sconfitta esterna consecutiva, compresa la...

Francesco Parrone

A un passo dal record l’Inter si è fermata. E’ la prima buona notizia dell’anno per i nerazzurri perché il primato in questione avrebbe avuto il rumore di uno schiaffo: sarebbe stata la sesta sconfitta esterna consecutiva, compresa la Coppa Italia, e un macigno pesante sulla corsa al posto in Europa che l’Inter contende anche alla Fiorentina ora scesa a +5. Per quanto si siano impegnati nel mantenersi a rischio (i viola hanno sfiorato il pareggio all’ultimo secondo con un tiro cross di Matri su cui Mario Gomez non è arrivato), gli interisti hanno strappato invece il 2-1 e magari abbiamo assistito a una svolta in piccolo nella loro stagione. Sul successo gravano l’irregolarità del gol di Icardi, in fuorigioco, più un presunto rigore di Hernanes su Ilicic, tuttavia l’Inter ha suscitato un’impressione migliore della Fiorentina, molto stanca per il cumulo di partite tra campionato e Coppa Italia, quattro in 20 giorni, che evidentemente non è in grado di reggere (e allora si attrezzi per l’anno prossimo perché chi va in Europa è atteso da impegni ben più compressi).

Con più precisione e fortuna l’Inter avrebbe chiuso il primo tempo con un vantaggio più largo e sicuro dell’1-0 realizzato da Palacio. Mazzarri è l’uomo che portò Amoruso e Bianchi a segnare 35 gol in due nella Reggina. E Cavani con il tecnico livornese diventò il cannoniere pagato 60 milioni dal Paris St Germain. Insomma anche se non è mai stato un offensivista a oltranza, Mazzarri sa come mandare in porta le punte. All’Inter evidentemente gli è più difficile. O meglio le occasioni ci sono, stenta chi dovrebbe trasformarle. Prima di scavalcare Neto sull’appoggio di Guarin che l’aveva smarcato in area, Palacio aveva scaricato contro il palo l’assist filtrante, ancora del colombiano per cui si scatenò la rissa di mercato con la Juve. In altre due situazioni si era avvicinato al gol Milito, che trascina bene l’icona di se stesso però con un comprensibile rallentamento nei movimenti che lo rendono meno efficace.

C’era comunque un’idea di Inter come non la si vedeva da mesi. Persino la difesa ritrovava saldezza attorno a Samuel, un gigante: il guaio di Mazzarri è che gli eroi di Mourinho sono come i surgelati tolti dal «freezer», bisogna servirsene subito perché non durano a lungo. E, purtroppo per l’Inter, rimangono i prodotti migliori della cucina. Guarin, che appartiene alla nuova generazione, manca ad esempio della continuità del campione. Il colombiano si è notato nel primo tempo per gli assist intelligenti però nella ripresa ha staccato il cervello, ogni giocata era un errore moltiplicato dal nervosismo che lo portava persino a mettersi le mani addosso con Cuadrado, un suo compagno di Nazionale. Sembrava quasi che Guarin volesse farsi sostituire. Ci riusciva. Sulla Fiorentina pesano altre tare. Non ha salute e deve affidarsi molto a Cuadrado, l’autore del pareggio su una «gaffe» di Handanovic e poi sostituito per infortunio. C’è chi gioca con il freno a mano inserito per paura di rompersi e c’è chi sta riprendendosi da infortuni sorprendentemente trascinati per mesi: ieri si è rivisto dopo 5 mesi Mario Gomez, una passeggiata di 20 minuti come fanno i convalescenti in Riviera. Montella è condizionato. Forse troppo, perché affrontare l’Inter senza attaccanti di ruolo, neppure Matri, immesso solo nel finale, non è stato il massimo per chi coltiva ambizioni importanti.