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La Stampa – Panchina scomoda. L’Inter è in crisi, a giugno ci saranno saluti…

Francesco Parrone

Walter Mazzarri: «Io e Thohir non abbiamo mai messo la Coppa Italia tra gli obiettivi di questa stagione, l’abbiamo considerata una competizione utile per testare alcuni nostri giocatori». E allora, verrebbe da chiedersi, che problema...

Walter Mazzarri: «Io e Thohir non abbiamo mai messo la Coppa Italia tra gli obiettivi di questa stagione, l’abbiamo considerata una competizione utile per testare alcuni nostri giocatori». E allora, verrebbe da chiedersi, che problema c’è? Maledetti social network, senza di loro non sarebbe così palese la rabbia e la preoccupazione del popolo interista all’indomani di una bruciante eliminazione dalla Coppa Italia. Perché i paragoni con il passato piacciono quando si tratta di Triplete, ma soltanto l’idea di peggiorare la stagione scorsa rende l’ambiente elettrico. «Eppure – ha puntualizzato Mazzarri – la gente deve rendersi conto che siamo un cantiere aperto. Qual è adesso il mio obiettivo? Io non mi sono mai posto limiti, cercheremo di fare il meglio possibile».

Un uomo solo al comando. Quasi ammirevole per la grinta che ha ancora in corpo nonostante la palese difficoltà in cui si trova. È arrivato pensando di doversi rapportare a Massimo Moratti per formazioni e mercato invece deve faticare per trovare «una lingua» che lo avvicini al mondo del neofita Thohir. Con l’aggravante della distanza: vuoi mettere parlare di schemi e moduli a bordo campo durante una partitella invece che al telefono? La questione è delicata. L’Inter in questo momento è fuori dall’Europa e questo oltre che un danno tecnico è anche un danno economico. C’è quindi la necessità di trovare presto una soluzione per riemergere da questo momentaccio, senza rivoluzionare quelli che erano piani iniziali: Thohir non vuole spendere soldi prima di aver ripianato il bilancio e al tempo stesso vuole agire gradualmente perché è condizionato dal parere di Moratti. Sul campo la squadra deve dare tutto e arrivare almeno in Europa League. Questo è un imperativo. L’Inter, intesa come tecnici e giocatori, però non si sente tutelata dalla società sul tema arbitri e questo crea disagi. L’ultima esternazione di Mazzarri («I rigori? È diventata una barzelletta») ha spinto il capo dei fischietti Nicchi ad una piccata replica: «Chi attacca gli arbitri ormai non è più credibile». 

Il clima, quindi, è tutt’altro che sereno. Mazzarri, inoltre, a fine partita ha voluto ricordare che ci sono otto giocatori in scadenza e che se dipendesse da lui Guarin non si muoverebbe da Milano. Il rischio di creare degli alibi ai giocatori già abbastanza su di giri perché abituati dalla precedente gestione a trattamenti a cinque stelle è alto. La storia delle vacanze allungate per i sudamericani non ha inciso soltanto sulle gambe ma ha pure creato delle tensioni nello spogliatoio perché certi atteggiamenti di favore dopo il Triplete erano diventati una prassi. Thohir ha in programma di arrivare a fine gennaio in Italia per risolvere i problemi più urgenti e spiegare che se il progetto naufraga ci saranno conseguenze per tutti.

L’idea che si è fatto è questa: gli stipendi dei cosiddetti senatori bloccano l’arrivo di forze nuove. A gennaio, quindi, se si riuscirà a vendere (Ranocchia è nel mirino del Borussia Dortmund) ci saranno uno o al massimo due innesti mirati. A giugno, invece, ai vari Zanetti, Milito, Samuel e Cambiasso verrà dato il benservito. E pazienza se cascherà qualche lacrimuccia.