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La Stampa – Profumo d’Europa. L’Inter batte il Verona, supera la Fiorentina e…

In attesa di capire cosa farà la Fiorentina stasera con il Chievo, l’Inter si gode il sorpasso ai viola al quarto posto e l’aggancio alla squadra di Stramaccioni dopo 28 giornate: 47 punti a 47. Per Walter Mazzarri anche questa è una...

Francesco Parrone

In attesa di capire cosa farà la Fiorentina stasera con il Chievo, l’Inter si gode il sorpasso ai viola al quarto posto e l’aggancio alla squadra di Stramaccioni dopo 28 giornate: 47 punti a 47. Per Walter Mazzarri anche questa è una conquista e il finale di stagione promette di essere migliore rispetto a un anno fa. Adesso è ufficiale: la sberla presa contro la Juve il 2 febbraio ha rianimato l’Inter, tornata solida e prolifica. La vittoria per 2-0 conquistata a Verona (dopo il 4-2 dell’andata è certificato anche il vantaggio in caso di arrivo a pari punti), la quarta più due pareggi nelle ultime sei partite, invoglia a sognare perfino un posto in Champions League, ora distante 8 punti. Erick Thohir dall’Indonesia stavolta non avrà faticato a stare sveglio.

Il tecnico nerazzurro non si rimangia la parola avventurandosi in cambi tattici inaspettati. Va avanti con la squadra schierata contro il Torino con la sola differenza di D’Ambrosio al posto di Nagatomo. Non per una questione di «codici» assimilati ma piuttosto per necessità: il giapponese ha infatti avvertito un dolorino nella rifinitura e ha preferito non rischiare. Si sarebbe divertito, almeno nella prima mezz’ora, perché la tattica suicida di Mandorlini (solo tre centrocampisti) ha l’effetto di liberare le fasce e permettere in particolare a Jonathan di muoversi a suo piacimento.

Il gol dell’Inter non a caso arriva proprio grazie a una sua incursione: due giocatori saltati (Marquinho e Albertazzi) e cross per Palacio che festeggia il rinnovo del contratto con il 13° sigillo in serie A. I nerazzurri avevano iniziato con il piede giusto con una traversa di Icardi (quinto legno stagionale). Pure questo è un record. L’atteggiamento subito aggressivo dell’Inter mette in difficoltà il Verona che può contare su un pubblico che si diverte ad urlare «scimmia» agli avversari con una naturalezza disarmante. E anche il modo in cui viene accompagnata la caduta in area di Toni dopo un contatto con Ranocchia rende l’idea del clima incandescente.

Con il ct Prandelli in tribuna, Toni ha voglia di lasciare il segno, ma l’Inter dietro concede pochissimo, proprio come vuole il suo tecnico. I nerazzurri sono sicuri dei propri mezzi e lo si vede anche a inizio ripresa. La qualità di Hernanes è un valore aggiunto e anche Cambiasso ne trae beneficio. Sembra di rivedere l’Inter di inizio stagione, quella che aveva imboccato la strada giusta per l’Europa per poi perdersi in una serie di inspiegabili contraddizioni. Il mercato di gennaio ha rimesso in piedi la creatura malandata. Il pallino di Mazzarri, ovvero il gioco sugli esterni, ha rappresentato la chiave tattica della partita, perché anche la seconda rete è opera del lavoro di Jonathan. Il Verona prova una timida reazione ma non serve a nulla. In campo, intanto, si rivede anche Zanetti. Un’occasione, quando le cose funzionano, non la si nega a nessuno.