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La Stampa – Tevez al ballo del debuttante. Per lui prima volta al Meazza…

Ha vinto tutto, ha giocato ovunque e ha fatto impazzire i tifosi dei due mondi con i suoi numeri. Eppure Carlitos Tevezl’emozione di giocare a San Siro non l’ha mai provata. Al massimo l’ha solo sfiorata, visto che era presente nel...

Francesco Parrone

Ha vinto tutto, ha giocato ovunque e ha fatto impazzire i tifosi dei due mondi con i suoi numeri. Eppure Carlitos Tevezl’emozione di giocare a San Siro non l’ha mai provata. Al massimo l’ha solo sfiorata, visto che era presente nel Manchester United che sfidò l’Inter di Mourinho negli ottavi di Champions, ma in quel 24 febbraio 2009 restò in panchina a guardare i compagni pareggiare 0-0. Ora la Juve colmerà questo vuoto scenografico, che sa di paradosso. Perché quello avrebbe potuto essere da tempo il suo palcoscenico quotidiano. Tante volte infatti Tevez è stato a un passo dal trasferirsi a Milano, sia sulla sponda interista sia su quella milanista, invece ora l’Apache sbarca al Meazza con l’etichetta del nemico pubblico n. 1. Non solo perché veste il bianconero, e questo nel Derby d’Italia contro i nerazzurri vale doppio,maper quei 3 gol messi a segno nelle prime 3 partite in Italia. Un percorso netto che alla Juve era riuscito solo a PiolaCharles e Baggio, mentre nel mirino c’è il record storico di Armando Miranda, che nel 1963 segnò 5 gol nelle prime 4 partite.

Miranda era brasiliano e fu una meteora bianconera, tutto l’opposto dell’attaccante argentino che si sta confermando vero top player juventino e degno erede della maglia numero 10. Al gran ballo del debuttante, Tevez si presenta con tutte lecarte in regola per rinfrescare ulteriormente la propria gloria e quella bianconera. Antonio Conte difficilmente potrà riproporre la già affiatata coppia con Vucinic, visto che il montenegrino soffre per una contusione al ginocchio sinistro, e si affida ai numeri e al talento di Carlitos per fermare subito l’Inter di Mazzarri. L’effetto San Siro può ingigantire lo show dell’Apache o sminuirlo. Lo dice la storia dei campioni juventini che da stranieri hanno debuttato a Milano: da Sivori a Platini, da Zidane a Ibrahimovic. C’è chi ha lasciato subito il segno e chi la palla non l’ha quasi vista. Anche se alla fine, curiosamente, quasi tutti (Platini escluso) hanno vinto lo scudetto nella stagione in cui calpestarono per la prima volta il sacro prato milanese con la maglia bianconera.

Il paragone più familiare per Tevez porta a Omar Sivori, che incantò il 20 ottobre 1957 segnando contro il Milan (1-1) dopo 33 minuti un gol di rara caparbietà e furbizia. Praticamente Sivori, dopo un contrasto, bruciò tutti da seduto e a fine campionato cucì la prima stella sulla maglia della Juve. Simili tra loro per avversario e risultato (0-0) furono invece i debutti di Platini e Zidane. Contro l’Inter, a distanza di 15 anni, fecero ben poco per conquistarsi la platea del Meazza (e Zizou, col Bordeaux nel 1996 in Coppa Uefa, l’anno precedente aveva perso 2-0). La prima di Ibrahimovic, poi protagonista assiduo dello stadio con Inter e Milan, vide lo svedese a segno su rigore, con successiva rimonta nerazzurra da 0-2 a 2-2.

Gioie e beffe, gol ed errori, ma finora nessuno dei grandi bianconeri ha vinto a San Siro al primo colpo. Un tabù che Tevez proverà a sfatare dopo averne già abbattuto un altro: esordire addirittura a 29 anni e 7 mesi da primo tenore nella Scala del calcio.