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Un altro problema per il calcio italiano. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, l'Unione Nazionale dei Consumatori ha confermato di aver ricevuto decine di segnalazioni da parte degli abbonati che protestano per gli orari delle partite di Serie A. Complice lo stop per il Coronaviruse per soddisfare le richieste dei calciatori, si è deciso di far disputare i match in tre orari: 17.15, 19.30 e 21.45, con le sfide serali che, durando poco più di due ore, finiscono non troppo distanti dalla mezzanotte.
Le TV, però, hanno preteso il campionato spezzatino, cercando di catturare e garantirsi ascolti ed esclusive. "Una delle soluzioni proposte sarebbe quella di iniziare alle 16.30 per riportare l’ultima gara di giornata alle 21.00, ma al momento tra chi si dichiara “non competente” sul tema (le tv) e chi fa capire di non voler stravolgere di nuovo gli incastri (i club) a rimetterci è solo il consumatore. Come al solito, i tifosi si sentono scavalcati e tenuti per la giacchetta della passione. A tavola c’è solo questa minestra: o la mangiano, o restano a digiuno", commenta il CorSport.
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