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Lampard: “Da piccolo sono quasi morto. Non sono nato con il talento di Messi, ho paura…”

L'ex giocatore del Chelsea si è raccontato in un'intervista al Guardian

Sabine Bertagna

Per Franck Lampard il 2018 è il primo anno lontano dai campi di gioco. L'ex giocatore del Chelsea si è raccontato in una bella intervista al Guardian: "Non sono nato con il talento di Lionel Messi, ma ho sfruttato al meglio le qualità che avevo. Lavoro sodo perché ho paura del fallimento. L'ho provata come calciatore al Chelsea e ce l'ho oggi come padre. Può essere positivo se la si incanala nel modo giusto."

Il (difficile) lavoro del papà: "I padri di figlie giovani devono imparare da soli. Sto guardando un tutorial di trucco di una 11enne su YouTube e uno di bambino di nove anni che parla di social media. Cerco solo di divertirmi ed entrare nel loro mondo. È facile essere cinici o preoccupati, ma l'attitudine spensierata delle mie ragazze mi fa vedere il mondo attraverso una lente diversa. Sono separato dalla loro madre [Elen Rivas] quindi le ho mezza settimana e in quei giorni mi ricordano cosa conta nella vita. Mio padre è duro e nasconde le sue emozioni. Mia moglie Christine [Bleakley, la presentatrice] mi critica per averlo fatto. Ma mia madre era sensibile e anch'io ho sicuramente quel lato. Il segreto di una buona relazione è di tenere l'uno all'altro. Christine e io ci facciamo ridere a vicenda e ci divertiamo, ma sono certo che ci amiamo sempre di più con il passare del tempo."

La proposta di matrimonio: "L'ho fatta a Christine sulla spiaggia di Santa Monica a Los Angeles. Ho anche progettato l'anello da solo. Ma per tenerlo nascosto un amico me l'ha portato all'hotel. Poi ho telefonato al papà di Christine per chiedergli il permesso - ho finito col parlare con sua madre ma lei ha insistito che sarebbe stato felice - e tutto è andato secondo i piani."

Sono quasi morto da bambino - "Ho inghiottito il microfono di una tromba da bambino. Mi ha quasi ucciso. Mi hanno avuto portare all'ospedale per estrarlo."

Scrittore di libri per bambini: "Ho iniziato a scrivere libri per bambini mentre andavo alle partite. Ho scarabocchiato le idee su un piccolo taccuino. Leggo spesso estratti alle mie figlie per testare le idee."

Momento difficile: "Il mio momento più difficile è stato quello in cui ho perso mia madre tre giorni prima della semifinale della Champions League del 2008. L'allenatore non voleva farmi giocare, ma ho chiesto di essere incluso: ho segnato un rigore e abbiamo vinto. Credo in Dio e sono un cristiano. La mia fede è stata messa alla prova quando ho perso mia mamma, ma ho trovato piccoli pezzi ai quali aggrapparmi. La mia fede mi ha aiutato."

Will Ferrell: "Sono rimasto estremamente colpito dall'incontro con Will Ferrell. Lui è un fan del Chelsea e quando l'ho incontrato a Seattle, lui sapeva chi ero, cosa che ho trovato incredibile. Ho dovuto chiedergli una foto. La positività americana è una cosa che ammiro. Quando mi sono trasferito a New York City FC [nel 2015-16] tutti mi dicevano: "Buongiorno" e "Buona giornata." All'inizio ero un ragazzo britannico, che non parlava, a testa bassa. Alla fine stavo chiacchierando nell'ascensore."

I 40 anni: "Non ho paura di compiere 40 anni. Ho esperienza e una vita familiare stabile e questa è una miscela deliziosa."

(Guardian)

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