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'Io alla Juventus? Mai'. Queste parole pronunciate da Fabio Capello quando allenava la Roma e prima che scegliesse la squadra bianconera (nel 2004) sono rimaste nella storia del calcio italiano.
Il giornalista de La Stampa Marco Ansaldo è proprio a quel no che fa riferimento quando parla di 'giravolta'. Se Capello avesse raggiunto l'Inter non sarebbe stata la prima volta in cui avrebbe cambiato idea.
"Non bisogna essere necessariamente amici per combinare un buon affare. Moratti e Capello non lo sono. A sgranare il rosario di frecciate che si sono scambiati nei 5 anni seguiti a Calciopoli ci si chiede come sia possibile che uno abbia offerto all'altro di lavorare per la propria squadra nel ruolo più delicato, l'allenatore, e l'altro abbia risposto di sì. Nel mondo normale li si definirebbe facce di bronzo, nel mondo del calcio invece si glissa per abuso del metallo", si legge in un articolo del giornale torinese.
Sarebbe stata solo una questione di soldi, ma l'accordo non è arrivato. E tutte le volte che si diceva che quel matrimonio 's'avesse da fare' tornavano in mente le parole del tecnico: "Moratti dice che lo scudetto del 2006 è suo? Io dico che è mio". E poi ancora: "Allegri ha vinto il primo vero titolo degli ultimi cinque anni". Così aveva detto Don Fabio che però aveva corretto il tiro: "Mi sono sbagliato, perché anche l'anno scorso ci fu un torneo equilibrato. Invece, in quelli precedenti, per l'Inter non c'è stata gara".
Capello - nonostante c'è chi sia pronto a giurare il contrario - aveva detto di si allo stesso presidente che aveva attaccato più volte. E il patron dell'Inter avrebbe rimosso il passato per dare alla sua squadra un allenatore considerato tra i più bravi in Italia e nel mondo, ma l'opposizione della F.A. ha fermato la trattativa.
E forse qualche interista avrà pensato: 'Non tutti i no vengono per nuocere'.
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