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LaStampa – Il passato riporta serenità  e gioco. La testa è al derby…

Francesco Parrone

È bastato tuffarsi nel passato per ritrovare gioco e serenità. Con il «tridentone» in campo l’Inter torna a fare l’Inter come aveva chiesto Andrea Stramaccioni. Il rientro di Milito, schierato con Palacio e Cassano là davanti, è un...

È bastato tuffarsi nel passato per ritrovare gioco e serenità. Con il «tridentone» in campo l’Inter torna a fare l’Inter come aveva chiesto Andrea Stramaccioni. Il rientro di Milito, schierato con Palacio e Cassano là davanti, è un messaggio inequivocabile: proviamoci con coraggio. Con la stessa formula Strama aveva battuto la Juventus facendo sognare il popolo nerazzurro. Quella stessa gente adesso sta in curva Nord a srotolare striscioni poco confortanti: «Società e giocatori avanti con il progetto ma non mancateci di rispetto». Qualcosa di più di un semplice avvertimento. Le ultime sette partite, prima di quella contro il Chievo, hanno aperto una ferita, poi ci si è messo di mezzo pure il Milan prendendo Balotelli e i nervi hanno iniziato a saltare.

Si capisce da subito che la mente è già proiettata al derby: mentre Cassano complice Puggioni segna l’uno a zero e il Chievo reagisce con Rigoni, c’è già che lancia cori al veleno contro SuperMario. Nemmeno la rete del 2-1 di Ranocchia servirà a placare questo antipasto di contestazione. L’Inter però non può vivere di rimpianti. Moratti ormai ha sposato un progetto nuovo e spera di trarne dei buoni frutti. Voleva vedere all’opera il giovane Kovacic ma l’esordio a San Siro è stato rimandato a causa di una distorsione alla caviglia. Servirà come il pane per dare qualità al centrocampo. Per superare i momenti di crisi e permettere all’allenatore di lavorare con serenità sono necessari soprattutto i risultati e la buona salute. Con Milito in campo e con la difesa a quattro l’Inter acquista fiducia in se stessa. Il reparto arretrato non è impeccabile ma la forza dell’attacco colma pure questa lacuna grazie anche alle incursioni di Cambiasso, che se gestito con il contagocce è una risorsa e non un peso. Ogni grande trasformazione ha bisogno di tempo.

Adesso però è il momento di affidarsi alle certezze. Milito si conferma una di queste, torna al gol dopo un digiuno che durava dal 9 dicembre (Inter-Napoli 2-1) e ha uno spirito propositivo nonostante sappia che presto riceverà dalla società la richiesta di spalmare il suo contratto. Quando al 20’ della ripresa il Principe lascia il campo riceve applausi affettuosi. Non ha ancora i novanta minuti nelle gambe ma va benissimo così. Il suo dovere l’ha fatto ampiamente. L’Inter dopo una settimana di passione si accorge di essere a una sola lunghezza dalla zona Champions, dove staziona la Lazio, e con il Milan di nuovo alle spalle.

Adesso Stramaccioni deve fissare il modulo e sfruttare il fatto di riavere a disposizione anche gli infortunati cronici (ieri è stata la volta di Stankovic). Chi aveva provato a remare contro proponendo il nome di Mazzarri dovrà dunque aspettare tempi «migliori». Il presidente Moratti invece non riesce a togliersi dalla testa alcune scelte arbitrali del girone d’andata e infatti ricorda: «In alcune partite potevamo essere meno danneggiati ed eravamo nel momento in cui pensavamo di poter fare di più». Rimpianti, come quelli per Balotelli.