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Laudisa: “Non sorprenda lo stop di Thohir, ecco perché. Shaq non può essere brocco”

Il noto giornalista della Gazzetta dello Sport, ed esperto di mercato, Carlo Laudisa, ha parlato dell’Inter e della situazione Shaqiri:” Dove sono finiti gli hurrà per Shaqiri? L’emblema della rincorsa di gennaio è diventato in breve il...

Riccardo Fusato

Il noto giornalista della Gazzetta dello Sport, ed esperto di mercato, Carlo Laudisa, ha parlato dell’Inter e della situazione Shaqiri:” Dove sono finiti gli hurrà per Shaqiri? L’emblema della rincorsa di gennaio è diventato in breve il tappo dei sogni del mercato estivo dell’Inter. Una parabola per certi versi impietosa per l’ex Bayern che all’alba del 2015 era stato accolto come la stella del nuovo corso manciniano. Dopo soli 6 mesi il suo bilancio è magro.

Mancini lo ha presto lasciato in panchina, preferendogli il rivitalizzato Hernanes. Lo svizzero non ha certo superato la prova sul piano tecnico, visto che non ha sfondato sugli esterni né quando è stato provato da trequartista. Ma non può essere diventato un brocco in così poco tempo. E poi c’è la questione economica, legata ad un investimento da 17 milioni di euro più un contratto quadriennale da circa 3 milioni netti annui per il giocatore. La sua vicenda fa più notizia di altre perché dal suo assenso alla cessione dipende l’arrivo del nazionale croato Perisic, individuato dall’Inter come suo erede.

Tuttavia il club nerazzurro vede paralizzate le proprie operazioni per tante storie simili. I no di Santon, Andreolli, Juan Jesus (e altri ancora) condizionano non poco il management nerazzurro che adesso deve fare i conti anche con lo stop di Erick Thohir. L’irrigidimento del maggior azionista interista non deve sorprendere. In questi mesi il magnate indonesiano ha finanziato importanti e costose operazioni in entrata: dagli sforzi per Kondogbia, ai finanziamenti per Miranda e Murillo.

È logico, dunque, che provi ad arginare le spese per evitare di arrivare alla meta con un rosso troppo gravoso. Il suo alt può apparire per certi versi impopolare, ma va letto più che altro come una cautela indispensabile per salvaguardare i programmi di rientro finanziario pattuiti (peraltro) con l’Uefa. 

E non è un caso che anche alla Roma la proprietà a stelle e strisce stia spronando il d.s. Sabatini ad alleggerire i conti, mettendo a dieta la rosa di Garcia. Anche in casa giallorossa abbondano i renitenti al cambio di maglia. Gli irremovibili Gervinho, Doumbia, Ljiajc e Destro in questo momento fungono da zavorra in un mercato povero di denari. Per questo motivo la trattativa con il Manchester City per Edin Dzeko va avanti a rilento. E non certo per difficoltà di dialogo con il club inglese. Anche Pallotta spinge per le uscite prima di autorizzare il turn-over. E non a caso il giovane Romagnoli viene considerato incedibile, nonostante quella super offerta del Milan da 25 milioni.  A un mese e mezzo dalla chiusura delle contrattazioni appare molto saggio questo ideale passaparola tra i proprietari dei club più esposti. Una mossa di salvaguardia indispensabile per chiudere la campagna acquisti-cessioni con un reale rafforzamento. Sarebbe un guaio rimanere in balia dei debiti, cedendo a troppe tentazioni. La rapida eclissi di Shaqiri ne è la prova.”