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"Il campo darà la sua sentenza, ma la scelta della spalla del numero 10 è decisiva per il destino dell’Inter: serve adeguato accompagnamento in zona gol perché non potrà sempre andare avanti a colpi di doppietta (quella di ieri era l’undicesima, da quando è in A solo CR7 e Immobile ne hanno fatto di più). Questa, tra l’altro, è anche l’estate in cui si è consumata la frattura del cuore con Lukaku, il centravanti con cui in carriera aveva avuto più sintonia a 360°. Quelle mancate risposte al telefono nei giorni in cui il belga metteva in pratica il suo piano lo hanno ferito, forse più degli altri alla luce della storia scritta insieme. Non è un caso che ora tecnico e società abbiano voluto lui con la fascia («ho più responsabilità, ma anche prima ho sempre dato tutto») e lo vedano come esempio da seguire rispetto ai falsi idoli del passato: in lui pare esserci un interismo privo di macchie. Il rischio, semmai, è di appendersi troppo alle sue spalle: sono larghe, ma non infinite".
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