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"Lautaro vive la partita anche se inizia in panchina e quando entra sa già come colpire. Dietro la sua crescita c’è il lavoro svolto con Simone Inzaghi, che ha allargato le sue conoscenze tattiche mettendolo nella condizione di esprimere tutto il potenziale. In passato capitava che nel corso della stagione Lautaro si prendesse qualche pausa, pure lunga. E la squadra ne risentiva. Adesso non succede più. Può avere qualche legittimo momento di calo fisico, ma riesce sempre a trovare il modo di rendersi utile anche quando non è brillante. Ormai Lautaro è sicuramente tra i più forti attaccanti del mondo. E i due grandi tornei internazionali dell’estate 2024 lo lanciano addirittura come potenziale numero uno. La consacrazione in Coppa America è particolarmente significativa perché l’unico dubbio sul suo status di fuoriclasse nasceva dal bilancio in Champions League, ossia la competizione in cui i gol non solo si contano, ma si pesano perché valgono soprattutto quelli che spostano l’equilibrio nelle sfide decisive. In Champions Lautaro ha segnato 12 gol in 44 partite, uno ogni 258 minuti. Ed è qui che ci sono ancora margini di miglioramento. Per candidarsi in moto autorevole anche per il podio del Pallone d’oro, Martinez deve fare quest’ultimo step".
"E nella prossima Champions formato gigante Lautaro partirà con la consapevolezza di aver dimostrato di essere forte come gli altri, se non di più, nel corso del 2023-24. Detto che Vinicius in Coppa America non ha entusiasmato, ma era assente per squalifica quando il Brasile è stato eliminato e comunque è stato decisivo in Champions League con il Real. Merita un discorso a parte Erling Braut Haaland, che con la Norvegia non ha preso parte all’Europeo ma che resta il punto di riferimento principale per chi ambisce al titolo di centravanti più forte del mondo. Tra le poche certezze del calcio, da qualche anno ce n’è una che riguarda la punta del City: segna (quasi) sempre. Ma adesso se n’è aggiunta un’altra: Lautaro Martinez è tra i più grandi", scrive il quotidiano.
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