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A guidare l'attacco del'Inter ci sarà sicuramente Lautaro Martinez. Su questo Inzaghi non ha dubbi, di più ce ne sono per il suo partner. Il Toro sogna di eguagliare il suo erede, il principe Milito che nel 2010 con una doppietta consegnò il Triplete ai nerazzurri.
"Tredici anni dopo, l’attaccante simbolo dell’Inter è a quota 28 reti stagionali prima della finale di Champions League. Nel 2010 fu Diego Milito, oggi è Lautaro Martinez. In quella notte di Madrid, il Principe diventò re d’Europa con una doppietta al Bayern, arrotondando a 30 il bottino d’annata. Nel-la notte di Istanbul, sabato, il Toro giocherà con il pensiero stupendo in testa di emulare il suo idolo, nonché l’uomo che l’ha portato all’Inter", spiega La Gazzetta dello Sport.
"Il Toro ha vinto il Mondiale, si è sposato con l’amata Agustina, è in attesa del secondogenito Theo e ha segnato una doppietta in finale di Coppa Italia. Anche Milito segnò alla Roma, nello stesso stadio - l’Olimpico - in cui Lautaro ha ribaltato la Fiorentina. In mezzo non è arrivato lo scudetto ma la supercoppa: vincere la Champions League non porterebbe lo stesso triplete del 2010, ma un tripletino sì. Di certo molto meno atteso, se è vero che la squadra di Mourinho era più accreditata rispetto a quella di Inzaghi".
"Lautaro migliora di anno in anno anche perché ha trovato allenatori capaci di valorizzare le pun- te: un anno con Spalletti, prima da riserva di Icardi e poi da titolare al suo posto, due con Conte al fianco di Lukaku e due con Inzaghi, qua- si sempre con Dzeko. È cresciuto in tutto: i movimenti, la lucidità sottoporta, la serenità, la consapevolezza, la leadership. I gol sono solo un riscontro numerico dell’evoluzione nel gioco. Dai nove nell’an-nata d’esordio è passato alla dop- pia cifra costante (21, 19, 25), fino ai 28 attuali. È già il suo record personale, un bottino da grande centravanti. Ne mancano due per diventare grandissimo: come il Principe, per una stagione da re", aggiunge Gazzetta.
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