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Lautaro c’è sempre e l’Inter è convinta: lui le permette di giocare bene

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Nella gara contro l'Atalanta ha cercato e anche tanto il gol che non è arrivato ma l'argentino riesce a farsi apprezzare per movimenti e leadership
Eva A. Provenzano Caporedattore 

Ai più è sembrata una maledizione.Lautaro Martinez contro l'Atalanta non è riuscito a segnare ma ci è andato vicinissimo, diverse volte. Ma nonostante tante occasioni sprecate, il giocatore "non ha spostato di un millimetro la sua centralità dell'Inter".La Gazzetta dello Sport spiega perché: "A fine partita, l’intero staff è andato ad abbracciarlo e ha trovato un volto sereno, perfino compiaciuto, comunque diverso da quello che aveva il Toro prima dell’apparente “sblocco” in campionato nella trasferta in casa del Cagliari. Tutti si sono congratulati con lui per l’applicazione, perché i movimenti anti-Atalanta, disegnati a tavolino per superare l’uomo contro uomo di Gasperini, erano stati riprodotti alla perfezione in campo. Quelle occasioni in serie, poi maldestramente divorate, non erano casuali, ma una conseguenza del solito sgomitare generoso: è infatti il modo con cui Lautaro sta in trincea, primo difensore e non solo primo assaltatore, a permettere all’Inter di giocare tanto bene", si legge in un articolo dedicato proprio all'argentino.

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Fiducia

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Tutta la squadra, lo staff, il mister, credono nel lavoro di Lautaro e pensano che i gol arriveranno a valanga. Inzaghi, dopo la vittoria contro l'Atalanta, ha elogiato l'argentino spiegando che intanto conta più di tutto il lavoro di squadra e che il capitano fa per la squadra. E poi che ha fiducia in lui, che ha fatto una grande partita nonostante non abbia segnato in semifinale, ma ha sempre, costantemente cercato il gol, anche aiutato dai compagni che lo hanno cercato tantissimo. "Per accarezzare l’ego del cannoniere, lo stesso Inzaghi prova sempre a trasmette serenità, lui che conosce personalmente la psiche di chi vive per il gol: il tecnico non fa che ripetere da settimane, in pubblico ma pure in privato, che Martinez si accosta solo alla parola soluzione, mai a problema", si legge sul quotidiano sportivo.


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Cosa è cambiato

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Sicuramente serve continuare a dare fiducia al giocatore e mantenersi calmi. La squadra in particolare, come dicevamo, lo ha cercato tantissimo. Ma sarebbe un errore fare in modo di cercarlo, per permettergli di segnare, anche quando c'è chi è in posizione più favorevole per farlo. Serve pazienza per uscire dalla crisi del gol che sembrava essersi placata col Cagliari. "Non c’è contraddizione neanche tra il vecchio Lautaro, implacabile sottoporta, e il nuovo, improvvisamente impacciato. Ciò che persiste e non cambia è il sacrificio per la squadra, figlio anche di una nuova posizione in campo decisa a inizio anno. L’occupazione militare dell’area ora tocca a Thuram, in serissimo dubbio per la finale, mentre l’argentino orbita alle spalle del francese più di quanto facesse nella stagione della stella", spiega la rosea sul nuovo Toro.

Resta un leader per il gruppo, in squadra tutti lo aspettano, lo difendono. Lunedì dovrà giocare probabilmente senza il fido scudiero Thuram. Con Taremi accanto potrà avere più occasioni di tirare in porta. Decidere di nuovo la Supercoppa per lui sarebbe una ricarica di energia non da poco. Ma non ad ogni costa. Perché come sempre, come dice lui stesso, viene prima l'Inter.

(Fonte: GdS)

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