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Lautaro, la Seleccion il suo ricostituente. Inzaghi spera nel rilancio, poi sgasata con l’Inter

Lautaro, la Seleccion il suo ricostituente. Inzaghi spera nel rilancio, poi sgasata con l’Inter - immagine 1
Il Toro ora è con l'Argentina e spera che la Seleccion gli possa ridare fiducia e confidenza con il gol
Andrea Della Sala Redattore 

Non è ancora il vero Lautaro Martinez. In casa Inter lo sanno tutti, lo aspettano, visto il turbolento inizio di stagione con ritardi e infortuni. Intanto il Toro ora è con l'Argentina e spera che la Seleccion gli possa ridare fiducia e confidenza con il gol.

"Sul foglietto illustrativo l’elenco dei benefici si allunga dopo ogni appuntamento. Ci sono i gol – tanti, mai così tanti come in questo 2024, 9 in 14 presenze –, l’autostima che cresce, la caratura internazionale che luccica sempre di più. Gli effetti indesiderati, invece, restano quelli di sempre. Eccesso di fatica, un paio di viaggi intercontinentali da smaltire in fretta, e ovviamente il rischio di farsi male dall’altra parte del mondo. Sulla bilancia di Lautaro Martinez, però, il piatto pende sempre e comunque dalla parte dell’Argentina, perché quella maglia a strisce bianche e celesti è il suo ricostituente. Specie di questi tempi e in questa stagione un po’ così, nella quale i gol con l’Inter vanno e vengono - ma continuano a mancare nei big match - mentre la condizione tarda a tornare quella dello scorso anno. E allora tutti per Lautaro, Lautaro per tutti, club e nazionale insieme appassionatamente. L’Inter osserverà il capitano all’opera e incrocerà le dita. Se la “cura” funzionerà, Inzaghi potrà riabbracciare un bomber rigenerato e pronto per la sgasata scudetto", sottolinea La Gazzetta dello Sport.


Lautaro, la Seleccion il suo ricostituente. Inzaghi spera nel rilancio, poi sgasata con l’Inter- immagine 2

"L’ottimismo è d’obbligo, e qui non si tratta di una questione di facciata. Ottimista, Inzaghi può esserlo perché è andata così l’ultima volta, quando Lautaro aveva salutato la truppa in occasione della sosta di ottobre. Il momentaccio in nerazzurro, con quell’uscita dai blocchi a passo di elefante, per la verità il 10 interista se lo era messo alle spalle poco prima di partire, con la doppietta di Udine e la rete alla Stella Rossa, ma è stato solo dopo la parentesi con l’Argentina che Simone e l’Inter hanno avuto la sensazione di poter accelerare grazie a un Toro finalmente ritrovato. Il gol alla Bolivia, le parole di Messi che lo incoronavano come una star da Pallone d’oro e un impiego ragionato da parte del ct Scaloni (78 minuti in due partite) avevano restituito all’Inter il vecchio Lautaro. Che non a caso aveva deciso la prima partita alla ripresa, all’Olimpico contro la Roma. Oggi, mentre Lautaro si gioca un posto da titolare nell’Argentina che stanotte giocherà in Paraguay la prima delle due gare di qualificazioni mondiali in programma (la prossima sarà nella notte tra il 19 e il 20 novembre, con il Perù), dalle parti di Appiano si augurano che lo schema si ripeta, e soprattutto che l’effetto duri nel tempo. Fino a ora non è stato così e l’enigma col 10 sulla schiena rischia di diventare uno dei nodi più difficili da sciogliere per Inzaghi", aggiunge il quotidiano.

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