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Parole logiche, pensieri da capitano. E un gesto simbolico, anche se non inedito prima di partite così importanti. Lautaro è un capitano “attivo”, non è uno di quelli che lo riconosci solo per la fascia al braccio. Inzaghi si appoggia a lui e lui si appoggia a Inzaghi: in questo senso è giusto dire che l’Inter è un corpo unico e questa è stata la grande forza della scorsa stagione, al netto delle grandi individualità. Ed è da qui che è corretto ripartire. In soldoni, va evitato - ed è un concetto sul quale molto sta battendo anche Inzaghi in queste ore - l’approccio sbagliato avuto nel derby contro il Milan. Da quel giorno in poi, l’Inter ha saputo solo...vincere. Non dominando come un anno fa, ma lavorando sui propri limiti.
"Limiti che Lautaro si diverte ogni volta a spostare più in là. Con la Juventus le sue prove non sono sempre state indimenticabili: in campionato due reti in 12 partite, nessuna delle quali è servita per vincere. C’è l’occasione per salire di livello. Del resto, c’è la possibilità di costruirsi 48 ore da urlo: il derby d’Italia a San Siro, poi la notte di Parigi del Pallone d’Oro, classifica nella quale si arrampicherà fin dentro i primi cinque posti. Lautaro è ormai interista dentro: non è solo un modo di dire, ma a questa partita tiene particolarmente. Quando arrivò in nerazzurro, nel 2018, la Juventus prendeva Cristiano Ronaldo e sembrava una montagna non scalabile. Ora è l’Inter la lepre. E gli altri inseguono", sottolinea il quotidiano.
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