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Lautaro e Taremi, le spine dell’Inter. Troppe critiche su Inzaghi. Memoria selettiva?

Gianni Pampinella Redattore 
I due attaccanti in affanno in questo avvio di stagione, mentre sul tecnico nerazzurro troppe critiche

I numeri non sempre raccontano tutto, ma quando si parla di Lautaro Martinez arrivano in soccorso per spiegare tanto. I numeri, appunto, raccontano di Lautaro che dopo dodici giornata fatica a trovare la via del gol. Fin qui sono sei le reti segnate dall'attaccante: 5 in campionato e una in Champions contro la Stella Rossa. La passata stagione i gol segnati dal Toro dopo dodici giornate furono addirittura 11, 2 in Champions League. Lautaro in due anni non si è praticamente mai fermato, aver saltato per intero la preparazione di certo ha influito sulle prestazione dell'argentino, uno che in campo non si risparmia mai. "Ho giocato 90 minuti col Venezia, più gioco meglio sto", sono state le sue dichiarazioni al termine della gara vinta con l'Arsenal. In verità Lautaro è apparso stanco contro il Napoli.

Avulso dalla manovra, l'attaccante non è riuscito mai a impensierire la difesa azzurra, la teoria "più gioco e meglio sto" non regge. Approfittando dell'ultima pausa delle nazionali, il Toro avrebbe potuto chiedere a Scaloni di lasciarlo a Milano, due settimane piene di allenamenti lo avrebbero sicuramente aiutato a ritrovare una condizione migliore di quella attuale.

Se Lautaro non brilla, lo stesso si può dire di Mehdi Taremi. Arrivato dopo ottime quattro stagioni al Porto, l'attaccante iraniano fin qui non ha dato quello che ci si aspettava quando in estate è sbarcato a Milano. 14 presenze e un gol in 564' giocati in maglia nerazzurra. Non è facile fare la differenza quando hai pochi minuti a disposizione, ma se col Napoli, con Lautaro e Thuram sottotono, Inzaghi decide di buttarlo in campo solamente all'82esimo, sorge qualche domanda. Forse il tecnico non si fida completamente? Le risposte arriveranno più avanti probabilmente.

A proposito di Inzaghi, si nota sempre una certa acrimonia nei confronti del tecnico. Un astio che arriva soprattutto dagli stessi tifosi dell'Inter e non solo da alcuni addetti ai lavori. Forse brucia ancora lo scudetto vinto dal Milan, ma molti dimenticano in che condizioni iniziò l'avventura di Simone sulla panchina nerazzurra (via Hakimi e Lukaku nelle stessa sessione) e quanto ha vinto poi. " Dobbiamo continuare a lavorare in questo modo. Nelle ultime 10 partite abbiamo fatto 8 vittorie e due pareggi, siamo l'Inter e dovevano essere 10. vittorie", ha detto il tecnico al termine della gara col Napoli. Una stilettata a chi si aspetta di vincere proponendo calcio champagne e goleade in serie (qualcuno ha parlato del City? O del Real Madrid?) dimenticando quanto l'Inter avesse speso in termini di energie fisiche e mentali solo tre giorni primi con l'Arsenal. Quando si parla di Inzaghi la memoria è selettiva.