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L'Inter non fa sconti e batte il Milan, conquistando il secondo derby in poche settimane. A decidere il match di ieri sera è stato ancora una volta Lautaro Martinez, tornato dal Mondiale in uno stato psico-fisico incredibile: sono già 7 le reti messe a segno dal Toro in questo 2023, e la fascia da capitano al braccio sembra avergli dato ulteriore carica. Un autentico trascinatore, come scrive Repubblica: "Con un metro e 74 centimetri nello sport sei alto solo se fai il fantino, al limite il corridore in moto. Eppure Lautaro è un ottimo colpitore di testa e se n'è accorto, troppo tardi, il povero Tatarusanu. Se pesi 70 chili, nel calcio di oggi, il tuo posto è sulla trequarti, in regia, magari in fascia. Invece il ragazzo di Bahia Blanca occupa l'area e spostarlo è difficile.
[...] Gli occhi spiritati sempre, come se ogni partita fosse una finale mondiale, e una l'ha vinta a Doha. A Buenos Aires lo hanno osannato come un dio, meno solo di Messi, e ci mancherebbe altro. Nel delirio orgasmico della parata albiceleste, con il solito sguardo truce, ha ammesso di non avere giocato il torneo che voleva. [...] Nel derby Lautaro è sceso in campo con la fascia al braccio. Per anzianità sarebbe toccata a Skriniar, ma promettendosi al Psg lo slovacco ha perso il diritto. I tre che nella gerarchia vengono prima di lui — capitan Handanovic, D'Ambrosio e Brozovic — al via erano in panchina. Non toccherà sempre a lui l'onore, ma è successo ed è andata benissimo: il bel gol poco dopo mezz'ora, volando su un corner calciato da Çalhanoglu. I palloni strappati a Messias, prima ancora che li avesse stoppati. Le sportellate con Theo Hernandez, che dopo ogni pedata lo ha aiutato a rialzarsi, con il rispetto che si deve a uno a cui hai visto sollevare la Coppa del Mondo in campo. Il 2-0 nel finale di rapina, alla sua maniera, annullato per fuorigioco.
All'Inter Lautaro è cresciuto, ha vinto, si è completato. Dei 12 gol che ha segnato in campionato — meno solo di Osimhen e Lookman — due li ha fatti di testa, cinque di sinistro, uno solo su rigore. Ha servito quattro assist. E per il secondo anno a fila ha dimostrato di potere fare a meno di Lukaku. La fuga di Romelu a Londra nell'agosto 2021, e il suo sfortunato ritorno alla Pinetina la scorsa estate, hanno messo in mostra quello che per molti grandi club stranieri era evidente già tre anni fa: il campione nell'attacco dell'Inter è lui, il numero 10. [...] Lautaro, al pari di Leao e dei fenomeni del Napoli, dà l'impressione di essere troppo forte per questa Serie A. Finora ha resistito alla corte del Barcellona, pur ammettendo di esserne stato lusingato. Domani si vedrà. Intanto si gode il pubblico che lo ama, ricambiato".
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