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LEADER ISLAMICI CONTRO MAGLIA MILAN, RAFFIGURA CROCE

Alessandro De Felice

Nessun musulmano dovrebbe indossare la casacca del Milan. «È pericolosa» perchè contiene la raffigurazione di una croce, «simbolo di un’altra religione». È questo il monito che due leader islamici della Malaysia hanno rivolto a...

Nessun musulmano dovrebbe indossare la casacca del Milan. «È pericolosa» perchè contiene la raffigurazione di una croce, «simbolo di un'altra religione». È questo il monito che due leader islamici della Malaysia hanno rivolto a calciatori e fedeli musulmani invitandoli a non vestire magliette «sataniche» o «infedeli». Lo riferisce oggi l'agenzia cattolica Fides. Ma l'appello non riguarda solo il Milan: anche il Manchester United è finito nella 'lista nerà  degli ulema perchè la sua divisa raffigura il diavolo, così come di Barcellona, Serbia, Norvegia, Portogallo e Brasile, i cui simboli contengono croci cristiane. Il monito ha scatenato un ampio dibattito in Malaysia, dove, tra l'altro, il Manchester United ha un grande seguito, tanto che nel 2006 è stato siglato un accordo tra il club inglese e l'ente turistico nazionale. Molti giovani hanno protestato sul web, chiedendosi, ironicamente, «se gli ulema non siano tifosi del Liverpool». Ma per Nooh Gadot, leader del Consiglio religioso della città  di Johor, nessuna fede calcistica può fare eccezione. «Un musulmano non dovrebbe venerare simboli di altre religioni o il diavolo», è stato il monito dell'ulema, che ha precisato: «un vero musulmano non dovrebbe nè comprarle nè accettarle in regalo». La Malaysia è uno Stato dove l'Islam ha un volto moderato. Tuttavia, secondo il missionario cattolico Paolo Nicelli - citato da Fides -, i due appelli si inseriscono «in un processo di progressiva islamizzazione che ha dato ruolo privilegiato alla sharia sulla scena pubblica». Un processo che però non ha ancora grande seguito dato che «le giovani generazioni tendono a non seguire tali indicazioni e a distanziarsi dalle prescrizioni religiose», ha sottolineato frate Augustine Julian, segretario della Conferenza episcopale della Malaysia.