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Su Inter.it, Carlo Pizzigoni, descrive il profilo di Lele Adani, ex difensore dell'Inter.
"L'uomo oltre al calciatore. Lo spessore, la profondità spirituale, la bontà d'animo fanno di Daniele Adani una persona speciale. Lo dicono tutti i compagni di squadra e di lavoro di Lele, tutte le persone che hanno avuto a che fare anche solo per poco tempo con lui. Ve lo diranno Javier Zanetti e Iván Ramiro Córdoba, il nucleo dello spogliatoio che si è costruito nell'era Cúper quello che, come più volte sottolineato dall'attuale vicepresidente nerazzurro e dal 2 colombiano, è stata la base per i grandi successi di Roberto Mancini e di José Mourinho. E in quello spogliatoio, rinominato "Cueva", la presenza di Adani è stata determinante".
Il giornalista spiega come per Adani, quel trasferimento in nerazzurro, fu il coronamento di una gran bella carriera. I postumi di un'ernia al disco ne hanno limitato le presenze, ma la sua personalità ha fatto comodo in diverse circostanze. Adani è sempre stato un appassionato del calcio, un calciatore particolarmente attratto dall'aspetto tattico, e questo lo si intuisce soprattutto adesso, quando commenta il calcio in tv con impeccabile maestria.
"Ecco arrivare Zaccheroni sulla panchina interista: per Lele c'è il nuovo ruolo di centrale della difesa a tre, un inedito per lui, ma una posizione che lo stimola. Perché Adani, fin dalle giovanili del Modena, dove ha iniziato, è sempre stato un grande appassionato del Gioco, come dimostrano ancora oggi le sue analisi tecniche proposte in TV. Un concentrato di passione e lavoro difficilmente registrabile altrove, nel panorama della comunicazione italiana. I suoi plichi di appunti scritti tutti rigorosamente con la sua penna dai quattro colori, dopo ore di analisi di calcio, vedendo partite dopo partite (e non crediate si fermi ai campionati maggiori) definiscono un approccio alla professione che è solo dei grandissimi. E tutto nasce lì sul campo, anzi, prima di tutto in strada, con gli amici della città natale di San Martino in Rio, vicino Reggio Emilia, cui è ancora legatissimo, dove Lele consuma le giornate con la palla al piede, senza pensare che arriverà più tardi l'Inter e la Nazionale italiana. Gioca, pensa e impara, Daniele".
Chi lo conosceva non avrebbe fatto fatica ad immaginare Lele Adani nelle attuali vesti. Perché lui, spiega Pizzigoni, è uno che sa raccontare molto bene il calcio.
"La mente aperta di Lele vola, immagina, costruisce, produce, ispira: naturale il suo successo nel mondo della comunicazione di alto livello, dove non esistono parole vuote ma solo concetti profondi, preparati e studiati. Il cuore di Adani viaggia spesso, spiritualmente, in Sudamerica, vera terra di passione di Lele. Perché lì ci ritrova il calcio nella sua essenza, la genuinità delle origini del gioco e una 'rebeldía', una volontà di ribellione che è tutta in Lele: non a caso il suo unico idolo è Muhammad Ali, un profeta del Novecento, finito per caso con dei guantoni ai pugni.
"There is another alternative and that alternative is justice", diceva The Greatest. Una frase scolpita nell'anima di Adani Daniele, detto Lele. Un onore per lui, un onore per l'Inter averlo visto con la maglia nerazzurra, con quel gruppo che non avrà vinto, ma ha fatto molto di più, in nome della dignità, del rispetto, dello stile, ed è con affetto ricordato da ogni interista. Perché esiste qualcosa sopra tutto. E non si chiama scudetto o coppa".
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