A parlare di diversi temi a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, è stato l'ex dirigente Pietro Leonardi.
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Leonardi: “La giustizia sportiva va rivista. Plusvalenze? Il valore lo fa…”
Che idea si è fatto del caos intorno al calcio italiano?
"Partendo dal presupposto che la Juve e i club possano dimostrare la loro innocenza, dico che non c'è uniformità. Porto in ballo la mia vicenda, con situazioni ancora in essere con la Procura di Parma ho ricevuto la radiazione e poi non c'era nulla. La giustizia sportiva va rivista. Se non si hanno elementi, la giustizia sportiva non deve accelerare. Nel caso se ci sono rischi si sospenda, poi si proceda dopo che i vari procedimenti, penale e civile, sono conclusi".
Oggi si parla di plusvalenze. Ma come si valuta un giocatore?
"Vanno riviste le regolamentazioni della giustizia sportiva, con giudicati senza avere le carte in mano. Le plusvalenze? Il prezzo può variare da un mese all'altro, a seconda delle prestazioni. Chi è in grado di dire che un giocatore vale più o meno di una certa cifra? Il valore lo fa chi compra".
Tornerebbe nel mondo del calcio?
"Più per rispetto per la mia famiglia. Per quello che sto vedendo assolutamente no però. Il presidente federale all'epoca già disse che dovevo essere fuori, senza che l'inchiesta fosse chiusa. In questi anni non è che mandando via Leonardi si sia risolta la situazione. Oggi vediamo ancora club con tanti debiti. Io ero anche quello che ero nel calcio quando c'era Calciopoli e non sono mai stato nominato, e anche nel Calcioscommesse. Io ero il male del calcio però".
Come si fidò ai tempi di Parma di Manenti?
"Ghirardi vende a Taci, Taci vende a Manenti. Io non ero proprietario del Parma ma un dipendente. Appena ci fu la cessione a Manenti, dopo qualche giorno mi sono dimesso anche da dg. E non potevo fare altro".
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