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Inter, per Spalletti lo Stadium è un tabù. Vuole mantenere il primato e…

Stasera il Derby d’Italia misurerà le ambizioni di Juve e Inter

Francesco Parrone

Chissà se Gianni Brera avrebbe ritratto la sfida nella sfida tra Allegri e Spalletti con la stessa dose di efficacia con cui, 50 anni fa, regalava ai posteri la denominazione di «Derby d’Italia». Chissà se avrebbe colto e svelato verità oltre il presente di due squadre, Juve e Inter, che stasera reciteranno un nuovo capitolo della lunga saga. Gli avremmo chiesto i voti ai protagonisti, chi avrebbe meritato un posto accanto ai miti del passato e gli scenari futuri... Confidando in una profezia esatta, ci guasteremmo la sorpresa. E allora - secondo Libero- spetta ai numeri anticipare i temi: c’è il tabù Stadiumper Spalletti, mai vittorioso qui da quando è casa della Signorae che, da quando allena, l’ha battuta due sole volte (con la Roma: al vecchio Delle Alpinel 2006 ma era Coppa Italia, e all’Olimpico lo scorso maggio) rimediando poi 3 pari e 18 ko, di cui 10 fuori casa Un handicap statistico che non trova riscontro nei precedenti con Allegri: 7 confronti, 3 vittorie a testa e un pari. L’Inter, d’altronde, è la squadra con cui Max ha perso di più (7 volte, una da quando allena a Torino). Ma oltre i numeri c’è l’urgenza dell’ Inter capolista di restare dov’è.

Spalletti non si nasconde: «A Torino per vincere». E rendersi conto poter ricevere il testimone di padrone del campionato. Potesse toglierne uno alla Juve, sceglierebbe «Allegri». In campo fiducia allo zoccolo duro, coi rientri di Miranda e Gagliardini e il recupero quasi certo di Vecino. Davanti, è ovvio, Icardi spalleggiato da Candreva, Valero e soprattutto Perisic (dei 33 gol segnati dalla squadra, 23 portano la firma del croato e del capitano). L’unico dubbio riguarda il terzino sinistro, ma Santon è in vantaggio su Nagatomo. Dal canto suo, Allegri l’amante del turnover (7 moduli cambiati quest’anno) ricorre alla solita retorica quando si parla di scudetto: «Sarà in bilico fino all’ultimo. Formazione? Ho un po’di confusione in testa». Con Buffon neanche convocato, appiedato da un polpaccio, in difesa rientra Chiellini con Benatia, sugli esterni De Sciglio e Alex Sandro, che «non è quello vero» ma è in vantaggio su Asamoah. Rischiano il posto Dybala (Allegri è vago: «Devo valutare...») e il talismano Cuadrado (3 gol nelle ultime 4 contro l’Inter), ma la Joya dovrebbe affiancare Mandzukic nel 4-3-2-1 dietro Higuain.

Sulle spalle del Pipitale sorti della Juve che rivuole la vetta dopo aver superato il turno in Championse con Icardi il duello più suggestivo: Gonzalo e Maurito sono i due stranieri con più gol all’attivo in A(104 a 97) e si contendono anche un posto in Russia con l’Argentina. Higuain non ha mai segnato all’ Inter in bianconero, mentre l’interista ne ha fatti 7 in 9 sfide alla Juve. Vista la posta in palio, sarebbe riduttivo parlare di «partita a sé». Juve-Inter è tante cose e Brera lo sapeva: è il Derby d’Italia, così è da 50 anni, così sarà sempre.

(Fonte: Alberto Neglia, Libero 09/12/17)

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