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Libero – Destro, Icardi e i «gufi»: un Roma-Inter mai visto…

Un po’ dandy, in buona misura sciupafemmine, spregiudicati, fiutano il gol un attimo prima di tutti gli altri. E pure irrispettosi: Mattia Destro e Mauro Icardi sbattono fuori dal Roma–Inter di stasera due mammasantissima come Totti e...

Francesco Parrone

Un po’ dandy, in buona misura sciupafemmine, spregiudicati, fiutano il gol un attimo prima di tutti gli altri. E pure irrispettosi: Mattia Destro e Mauro Icardi sbattono fuori dal Roma-Inter di stasera due mammasantissima come Totti e Milito, fregandosene della sceneggiatura del calcio italiano che a 22 e 21 anni li considera troppo giovani. Che riscrivano pure il loro bel copione, loro hanno già riscritto le statistiche del gol in campionato: Destro (6 reti) segna ogni 87 minuti e mezzo, Icardi (3 reti) ogni 99 e mezzo (come Pepito Rossi). Nessuno meglio di loro, giusto così che stasera siano i trascinatori delle loro armate offensive. Totti e Milito a casa, o nella migliore delle ipotesi in panchina. Il capitano romanista è bloccato da un fastidio al ginocchio che lo terrà fuori per la terza gara di fila, lui che all’andata contro l’Inter aveva segnato una doppietta nel 3-0 giallorosso. Niente di tutto ciò per Milito: bocciato a favore del nuovo che avanza. Il Principe è partito titolare cinque volte nelle ultime sei partite, ma l’ultimo gol è ingiallito come una vecchia cartolina: 22 settembre 2013 contro il Sassuolo. Da allora, vista appannata e confusione, mentre il suo connazionale scatenato (alt con le battute) entrava e ravvivava l’attacco interista. Gara di andata con la Roma a parte, Icardi, quando ha giocato almeno 35 minuti, è sempre stato decisivo: o gol o assist, da qui non si sfugge. Perciò non è poi così strano che per la prima volta in cinque anni possa esserci un Roma-Inter senza almeno uno tra Totti e Milito. Sarà invece strano il modo in cui si presenterà l’Olimpico stasera: curve e distinti sud vuoti, sanzionati per i cori di discriminazione territoriale. «Sono regole che la Lega e la Figc devono rivedere», sbotta Garcia. Che prende la scia e assesta una bordata alla Juventus: «Sono favorevole alla moviola in campo, un gol in più o in meno cambia una classifica». Per il gusto di far fischiare le orecchie a quelli che stanno davanti, a +9, che oggi tiferanno per i nerazzurri. 

Ebbene sì, strano pure questo. Rientra nella norma, invece, che Thohir a giugno faccia il punto della situazione sul fronte allenatore. Lo sostiene pure il diretto interessato, Mazzarri: «Sono d’accordo con il presidente, ogni anno bisogna riaggiornarsi e parlare». Chi invece parla poco, anzi mugugna, è Javier Zanetti, sempre in panchina nelle ultime sette gare. «Ma lui è importante anche se non gioca», avverte il tecnico nerazzurro. Che su Hernanes, probabilmente, la penserà in maniera differente: il brasiliano è stato convocato, ma partirà dalla panchina. Contro il Cagliari la sua assenza si è fatta sentire, mentre con lui in campo l’Inter ha vinto due volte su due. «È un generoso, tanto da prestare poca attenzione al suo dolore». Che poi diventa quello di Mazzarri: io che non vivo 90 minuti senza il Profeta. Nella Roma, oltre Totti, dà forfait pure l’ex Maicon. Ma Garcia può sorridere per i recuperi di Torosidis e Gervinho, e anche per i ringraziamenti quotidiani di De Rossi a Dio per aver fatto piombare il tecnico francese sulla panca giallorossa. E non gli deve dispiacere anche il rinnovo di Sabatini fino al 2017, proprio uno dei nomi caldi sull’agenda di Thohir. «Gli americani stanno lavorando molto bene. In più hanno capito che c’è bisogno di uno stadio di proprietà». Se poi non ne chiudono i settori, tanto meglio. Ma questa è un’altra storia.