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Entrano in campo, i calciatori di Inter e Milan, con gli occhi bassi finché il rumore degli 80 mila stipati sugli spalti obbliga lo sguardo ad alzarsi e a sbirciare l’intorno, le coreografie delle curve, il Meazzavestito a festa. Secondo Liberoè derby, come ogni stagione, ma qualcosa di diverso c’è nell’aria, e i quasi 5 milioni incassati al botteghino, record per un match di A, sono lì a dimostrarlo. Vale tre punti, certo, ma non solo. Stavolta c’è anche un significato da assegnare all’ultima estate: chi sta percorrendo la strada corretta? I risultati delle rivali (Napoli e Lazio vittoriose su Roma e Juve), inoltre, obbligavano entrambe ad un’assunzione di responsabilità più profonda del previsto: l’ Inter per un campionato di vertice, il Milan per non perdere il treno. Il derby è quindi una piccola sentenza: l’ Inter vince 3-2, grazie alla tripletta del giocatore differente, Icardi, di fronte ad un Milan a due volti,passivo nel primo tempo e aggressivo nel secondo, e quindi ancora evidentemente lontano dalla compiutezza (-12 dai cugini).
Una compiutezza che sembra avere l’Inter, ora seconda a +3 sulla Juve e a -2 dal Napoli, da sfidare al San Paolo nella prossima giornata. Il derby del destino, Montella lo gioca con gli undici annunciati; Spalletti, lui, con Borja Valero alle spalle di Icardi (Joao Mario ko per una tonsillite), e il motivo è chiaro: lo spagnolo ha il compito di rifinire per Icardi in profondità, ovvero lo spazio che il Milan fatica a difendere. Montella, per ovviare al problema, ordina ai suoi di difendere bassi sul campo,di fatto con una linea a 5 appoggiata davanti all’area. Così facendo il Milan concede però spazio a Borja per cucire l’azione: da un suo assist, Candreva scarica un destro che bacia la traversa. Al 13’ la partita è stappata, il ritmo è intenso e la diatriba tattica si svolge sulle fasce, dove i rossoneri con scalate forse troppo cerebrali cercano di tamponare Perisic e Candreva.
Già, è sulle fasce la chiave: Candreva, colui che viene criticato per i cross sbagliati, sfugge al meccanismo difensivo Rodriguez-Romagnoli e serve a centro area il rapace Icardi, che sbuca all' ombra di un lento Bonucci e ruotando il corpo all’impatto con il pallone riesce a spedirlo all’angolo: l'Inter è in vantaggio. A sorpresa, all’intervallo Montella toglie proprio Kessié in favore di Cutrone: un azzardo, che sembra però pagare. Il Milan avanza sul campo e riesce a spingere di conseguenza indietro l’Inter, talmente indietro che Silva, al 49’, può mirare e liberare un mancino, che però si stampa sul palo (annullato, per fuorigioco, il successivo tap-in di Musacchio). Fotocopia, al 61’, ma Suso è nella sua zolla,e il suo mancino, pur non velocissimo, viene soltanto sfiorato da Handanovic e si insacca in rete. Parità,ma la reazione dei rossoneri è grande quanto la forza dell' Inter nell'aggrapparsi alla partita, e nel ribaltarne l'inerzia: 3’dopo il pareggio, Icardi scippa il pallone a Biglia, allarga per Perisic che si beve Musacchio e torna il pallone al suo capitano, il quale sforbicia in rete il 2-1. Sì, tutto solo, Icardi, perché Bonucci fa tutto tranne che marcare, in area. Non è impetuosa, la reazione dei rossoneri, ma nemmeno si nota una dimissione dalla gara: è vivo, il Milan, e ci proverà. E infatti, ecco Borini che all’80’ crossa al centro, la difesa dell'Inter lascia sfilare e sul secondo palo, Bonaventura arriva sul pallone, insaccandolo per il 2 2, prima di Cancelo, entrato senza spirito in un derby di cuori pulsanti. Finita qui? Milano in pareggio? Macché, all’89’ Rodriguez cintura D’Ambrosio in area e provoca il rigore. Dagli undici metri va Icardi, che sotto la Nord nontrema, e sigla la tripletta che proietta l’ Inter nell’olimpo del campionato e il Milan, e Montella, all’inferno.
(Fonte: Claudio Savelli, Libero 16/10/17)
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