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Il mio nome è Bond, InterBond. Erick Thohir sta cambiando piano in corsa, e per saldare il debito con le banche il presidente nerazzurro è pronto ad aprire un altro debito, stavolta attraverso l’emissione di 300milioni di euro in obbligazioni, in inglese dette «bond». Ma non è una mossa da 007. Andiamo con ordine. La scorsa estate il patron indonesiano per liberare le garanzie di Moratti si è rivolto a Goldman Sachs con un preciso piano per ottenere 230 milioni di finanziamento. Un progetto che verteva soprattutto sull’aumento dei ricavi del club, oltre che sulla partecipazione al meno all’Europa League per tutti gli anni presi in esame. Idee che hanno convinto la banca, che ha concesso il prestito con una restituzione così strutturata: un milione entro il 30 giugno 2015, 15 rate trimestrali da 3 milioni dal 30 settembre 2015 al 31 marzo 2019 per un totale di 35 milioni, infine una «maxi rata finale» da 184milioni entro il 30 giugno 2016, il tutto con un tasso variabile pari a Euribor a 3mesi più uno spread del 5,5%. Numeri che comunque non preoccupavano Thohir, anche perché il patron aveva usato prudenza nelle stime, con il prestito che non sembrava difficile da restituire. Nelle ultime settimane però le convinzioni che quel piano potesse funzionare sono probabilmente venute meno. O, più semplicemente, il tycoon si è accorto di un piano più vantaggioso. Nasce così l’idea dei bond, cioè titoli di debito: alla scadenza il possessore viene rimborsato del capitale versato, più gli interessi (che possono essere versati con cosiddette cedole anche periodicamente).
La volontà è emettere obbligazioni per circa 300milioni di euro (probabilmente a 10 anni), in modo non solo da saldare subito il debito con Goldman Sachs ma anche avere liquidità per la gestione ordinaria. Ma soprattutto l’obiettivo è risparmiare sugli interessi: infatti Thohir punta ad ottenere un tasso inferiore rispetto a quello pattuito con le banche, oltre che liberarsi dai vincoli sui ricavi. L’emissione è prevista tramarzo e aprile e non sarà rivolta ai tifosi come qualcuno aveva inizialmente pensato, ma a fondi di investimento e banche, soprattutto tra Asia e Nord America con piccola parte riservata al mercato italiano. Un prestito per coprire un prestito che è servito per liberare le garanzie di un altro prestito (quello di Moratti),quindi. Motivo per cui non mancano le perplessità sull’operazione, come il fatto che l’Inter spenderà comunque 15milioni (tra commissionie prima rata), che avere un tasso inferiore pare difficile (dipenderà dal rating) e che resta il dubbio su chi possa comprare dei bond di un’azienda in queste situazioni, ma il clan di Thohir ha già dimostrato di muoversi solo avendo certezze. E i bond non saranno l’unica soluzione: i soldi in «eccesso» rispetto al saldo del debito con Goldman Sachs serviranno per le spese fino a giugno, quando sarà necessario un aumento di capitale. Un momento importante per capire il futuro di Moratti, che potrà partecipare con circa 12milioni (su 40 totali) oppure vedere diminuite le proprie quote. Intanto, forte anche delle operazioni per garantire liquidità, Ausilio continua a muoversi sul mercato. Ma per due richieste di Mancini bisogna aspettare le pratiche burocratiche: per Diarra e Richards (avrebbe giocato 14’ con il City rendendo di fatto impossibile un nuovo trasferimento, ma per gli agenti non è così) il ds vuole il via libera legale prima didare l’assalto decisivo. Senza dimenticare il centrale difensivo, con Rhodolfo del Gremio (che fa ostruzionismo) bloccato in attesa di scoprire se Murillo possa arrivare subito.
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