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Le due facce di Milano si specchiano ribaltate in due paroline che storicamente sono le migliori compagne degli allenatori: tempo e pazienza. Quelli che Massimo Moratti ha deciso di concedere a Walter Mazzarri e quelli che in casa Milan rischiano di essere già esauriti: la pazienza di Silvio Berlusconi (ha altro a cui pensare, ma il Milan è sempre il Milan) e il tempo di Max Allegri. Mai interessati dal provare simpatia reciproca, i tecnici venuti dal mare toscano anche stavolta osservano orizzonti diversi, seduti l’uno al timone di un “peschereccio Inter” salpato per viaggiare sottocosta, seguendo rotte sicure, reti piene quanto basta e niente azzardi; mentre il Milan dell’altro, desideroso di entusiasmanti regate d’altura, si è trovato in acque agitate scoprendo che l’equipaggio potrebbe persino essere incapace di evitare il naufragio.
La mano di Mazzarri si vede già, sentenziano in molti dopo il 2-0 sul modestissimo Genoa. Tradotto sul campo, l’ex Napoli ha stabilito che il primo comandamento è evitare gli 1,5 gol di media subiti nello scorso campionato: per ora in due match ufficiali zero reti prese. Non è la filosofia del “non prenderle”, si tratta di restituire all’Inter (che ha rinnovato per altri 10 anni il contratto con Nike) ordine e fondamenta solide sulle quali lavorare e costruire palle gol. Oltre a dar coraggio, fiducia e motivazioni alla generazione degli Anni 90 che sta fermentando ad Appiano Gentile: Juan Jesus (1991), Taider (1992), Icardi (1993), Kovacic (1994), e pure Belfodil (1992) e Wallace (1994) che devono ancora guadagnarsi il posto, a fianco di senatori come Cambiasso, apparso in declino atletico. Ma all’Inter, e Mazzarri lo sa, servirà saper usare anche la testa e l’esperienza.
Il tempo, si diceva. Se Walter avrà la settimana intera per preparare il match di Catania, Allegri domani si trova già alla resa dei conti contro il Psv, contro i primi mugugni e contro il presidente, che lo scorso autunno era già stato sul punto di silurarlo. La situazione al Milan è complessa. Superare il preliminare Champions è decisivo per non parlare già di fallimento, i 30 milioni di euro derivanti dalla qualificazione (comprensivi ovviamente di qualificazione agli ottavi) servono per i rinforzi indispensabili: almeno un difensore d’ordine e forte di testa e un centrocampista d’attacco dinamico, capace di sopperire alle giornate no di Montolivo e innescare Balotelli ed El Shaarawy. Le figure chiave individuate sono Astori del Cagliari (richiesto da Allegri che lo ha lanciato, ma Cellino vuole 14 milioni: l’alternativa low cost è Sakho, ai margini del Psg) e uno fra Honda e Ljajic (conteso con la Roma proprio come il difensore dei sardi). Certamente, qualunque sia l’esito delle trattative, domani sera non ci saranno novità (anche se pare fatto lo scambio col Genoa Birsa-Traorè).
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