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Nessuno stress da sovraimpegno dovuto alle Coppe, tempo per lavorare in settimana, niente confronti con i risultati dellastagione appena chiusa. Il terreno che Walter Mazzarri vede intorno alla Pinetina è uno dei migliori che si possano desiderare, per cominciare un lavoro graduale come piace a lui, che nel comasco troverebbe una sistemazione ad hoc (vedi l’isolata villa tra le colline di San Vito, a Napoli, dove quasi non prendeva il telefonino), avulsa dal parossismo partenopeo e lontana dalla mondanità milanese.
Uomo forte, per nulla preoccupato di far la figura dell’antipatico (ma solo perché cultore di una cerchia di amicizie intima e ristretta), il suo identikit combacia conquello che serve all’Inter, dove fame e necessità di vittorie (per il bilancio e per convincere nuovi soci a entrare e sganciare danè) sono i comandamenti d’attualità: non l’amico di tutti, ma uno capace di far polemica se serve, sapiente accentratore dei riflettori quando gli fa gioco, capace di riversare sul campo l’adrenalina con cui sposa i suoi progetti. Mettici poi che Walter è anche un ottimo allenatore e allora il pacchetto è davvero buono.
Zona a rischio, la compatibilità con i senatori argentini e Moratti, uno che ama solo gli uomini che sceglie personalmente e per i quali è capace di spalancare il portafogli. Ma il palmarès di Mazzarri racconta la coabitazione fruttuosa con - per dire - Garrone,De Laurentiis, Spinelli, Foti. Le basi per una squadra da Walter- filosofia dunque esisterebbero, la rosa con molti rami secchiha una fisionomia nella quale il mister può comunque riconoscersi. Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus, sono nomi spendibili per la difesa a tre; centrocampo da basare su Kovacic regista e un Guarin da rimotivare, magari con un ruolo “alla Hamsik”; un attacco con Milito (ma sarà di nuovo al top?), Palacio, Cassano (che Mazzarri conosce benissimo dai tempi della Samp) buono sia per i contropiedi sia per gestire lamanovra.
Da Icardi in giù (a meno di altre smentite...) si tratterà poi di mettersi alla scrivania con Branca e Ausilio e riorganizzare un mercato già cominciato, per cercare esterni di vera corsa e qualità e uomini di carattere. Quello che è largamente mancato quest’anno.
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