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Ieri Diego Godin ha detto addio, in lacrime, all'Atletico Madrid. Il difensore uruguaiano ha salutato i colchoneros e si accaserà nella prossima stagione all'Inter. Dopo nove stagioni e tanti trofei (1 Liga, 1 Coppa del Re, 1 Supercoppa Spagnola, 2 Europa League, 3 Supercoppe Europee), Godin saluta quella che è stata e sarà sempre la sua casa.
"Il futuro prossimo si chiama Inter, a formare un trio di mastini giganti con Skriniar e De Vrij (per l’olandese di cristallo problema agli adduttori: a rischio Chievo e anche il Napoli), ad oggi la seconda miglior difesa della serie A con 28 reti subite (prima la Juve, 25). Domanda: forse l’uruguagio arriva troppo tardi a Milano? Ovviamente garantisce carisma e livello internazionale, carattere e capacità di adattamento sia a giornate in cui basta un calcio sporco, sia a momenti in cui servono piedi e cervello: non scordiamo l’abitudine a confrontarsi con i fenomeni del Real e del Barça, alle campagne europee (due le finali di Champions raggiunte, con un suo illusorio gol nel 2014, entrambe perse contro il Real diRonaldo; due le Europa League vinte)e il palmarès con l’Uruguay, visto che è il calciatore con più presenze nella storia della sua nazionale (126, con 8 reti segnate e la vittoria della Coppa America 2011) con cui ha fatto piangere anche l’Italia e dimettere Prandelli al Mondiale 2014. Di contro, Godin riceverà uno stipendio pesante (triennale da 4,5 milioni a stagione più bonus fino a un totale di 6,5) e 33 anni che non sono pochi. Il paragone con CR7 arrivato alla Juve alla stessa età non può stare in piedi, è auspicabile che un “cagnaccio” come Diego altre due annate ad alto livello le possa garantire, soprattutto se dosato con Skriniar e De Vrij, tuttavia chi si aspettava un giovane innesto di valore sul quale puntare per il futuro a lungo termine è rimasto un po’ con l’amaro in bocca. Anche perché l’esperienza di Miranda conferma: l’ex compagno di reparto di Godin all’Atletico è arrivato all’Inter a 31 anni quando l’apice della carriera era superato e, rispetto ai tempi smaglianti di Madrid, il Miranda di oggi sembra il pensionato di se stesso (potrebbe infatti tornare in Brasile)", analizza Libero.
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