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Libero – Gran ballo della serie A: Mancio arriva in 500, Allegri su un “cassone teutonico”

Il campionato si avvicina al giro di boa, In cinque si presentano più o meno agguerrite ma solamente due sembrano aver impressionato per solidità, risultati e pragmatismo: Inter e Juventus. Questa la sintesi proposta da Libero oggi in edicola...

Giovanni Montopoli

Il campionato si avvicina al giro di boa, In cinque si presentano più o meno agguerrite ma solamente due sembrano aver impressionato per solidità, risultati e pragmatismo: Inter e Juventus. Questa la sintesi proposta da Libero oggi in edicola sull'andamento del campionato di serie A che sta vedendo nella scalata dell'Inter di Mancini e nella rincorsa bianconera, tornare in auge il derby d'Italia: "Al ballo di fine anno le grandi invitate scansano con forza le novelle matricole. Inter e Juve, alla festa della Serie A d’alta classifica, fanno il loro ingresso sfilando sullo stesso tappeto. Napoli e Fiorentina mantengono l’invito lussuoso, ma ultimamente hanno un ingombro mediatico inferiore. I partenopei accettano il ruolo da co-protagonisti con grande piacere e proseguono illoro cammino, la Viola invece ha un bellissimo vestito che comincia a segnarle i fianchi. Manca la Roma alla festa, temporaneamente impegnata a scacciare la depressione. I nerazzurri hanno allungato in vetta e la Vecchia Signora è già tra le prime, la crisi è solo un ricordo lontano. Il romanticismo calciofilo non può far finta di niente. Il derby d’Italia per lo Scudetto potrebbe tornare dopo anni d’assenza. La tecnica psicologica con cui Mancini scarica i favori del pronostico sulle altre è consolidata. Il Mancio a quanto pare si è recato alla festa in «500», ma «una di quelle grandi». Secondo il tecnico nerazzurro, l’altro grande invitato, Allegri, può muoversi in gran stile a cavallo di «una Mercedes station wagon». Quel che è certo è che Intere Juve sono entrambe full-optional. Paragoni automobilistici a parte, Mancini e Allegri possono contare sulle rose più «costruite» del campionato. L’equilibrio che hanno a disposizione è provato dai numeri: i due tecnici più dei colleghi distribuiscono minuti ad un grande numero di giocatori in rosa. Sarri e Sousa variano meno perché devono affrontare una più netta differenza fra titolarissimi e riserve.