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Libero – Icardi, in Europa nessuno come lui. Lo sa il Napoli che…

L’attaccante più prolifico d’Europa tra gol e assist, sfida la squadra che per lui aveva offerto 60milioni

Francesco Parrone

Il quotidiano Libero, nell'edizione odierna, fa un profilo di Mauro Icardi, attaccante nerazzurro che in estate è stato sogno proibito di mercato del Napoli"“L’importanza di chiamarsi Icardi” non è il titolo di un film, o almeno non ancora. Però era l’idea che Aurelio De Laurentiis aveva bella chiara in testa quando in estate è dovuto correre ai ripari per sostituire Gonzalo Higuain. Ma, almeno in questo, la dirigenza cinese dell’Inter non si è dimostrata sprovveduta, ascoltando i consiglieri giusti e rispedendo al mittente sia l’offerta da oltre 60 milioni per il bomber, sia l’assunto che “tutti siamo utili, nessuno è indispensabile”. All’Inter, in questa Inter, Mauro Icardi “è” indispensabile. Assieme a Miranda e Handanovic, il capitano nerazzurro è uno dei tre inamovibili, sempre in campo dall’inizio alla fine nelle 14 partite di campionato: 1260 minuti nei quali, però, il suo rendimento è ben diverso dagli altri due compagni (e non solo loro). Pochi i passaggi a vuoto dell’argentino, già a segno 12 volte (cinque doppiette), capocannoniere in coabitazione con il romanista Dzeko eguagliato anche negli assist (4)ma pure partecipe di 16 delle 22 reti dell’Inter: con questi numeri, nei cinque massimi campionati d’Europa non c’è nessuno come lui, con buona pace di chi dava della megalomane alla moglie agente Wanda Nara (capace di orchestrare il rinnovo a 5,5 milioni netti all’anno fino al 2021) e degli ultrà che ne chiedevano la testa per l’improvvida autobiografia.

Ma forse, l’importanza di chiamarsi Icardi fa ancora più rumore quando Maurito non riesce a trovare la rete: nei sette match in cui non ha messo le mani alle orecchie per ascoltare i tifosi, l’Inter ha raccolto le cinque sconfitte stagionali e i due pareggi con Bologna e Milan. Ecco perché Pioli si presenta nel bunker San Paolo ( convocato pure Gabigol) lustrando il proprio amuleto,mai così utile come stasera per salire a un punto dai partenopei, nonostante affermi che «non sarà l’ultimo treno per rimontare»: l’ultima vittoria dei nerazzurri a Napoli, infatti, risale al 18 ottobre 1997, quando Mauro aveva 4 anni. Dopo quel successo, firmato Galante e Winter, tre pari e sette vittorie napoletane. Un tabù da sfatare, se è vero che questa pazza Inter a corrente alternata quest’anno non si è fatta mancare niente tranne la continuità: «Abbiamo fatto cose buone finora, la squadra ha personalità ma deve anche trovare maggior fiducia e consapevolezza e coni risultati positivi potrà crescere ulteriormente», predica il prudente Pioli, reduce dall’incontro con Zhang padre e figlio: «Hanno trasmesso a tutti la convinzione di voler costruire qualcosa a lungo termine, sono molto motivati con idee innovative e l’ambizione di far diventare grande l’Inter». Anche se sul mercato a gennaio, causa paletti Uefa, si dovrà piuttosto sfoltire la rosa, anziché pensare a nuovi colpi.

Ma Pioli una piccola lista della spesa (vedi un regista e un terzino) vorrebbe presentarla ai cinesi: «Tra un po’ ci ritroveremo con la società, a cui darò le mie indicazioni». E di mercato se ne parla anche a Castlevolturno, dove qualcuno si immagina come avrebbe girato il Napoli con Icardi là davanti, fa spallucce al ricordo di Higuain e si mangia le mani pensando alla sfortuna di Milik. Con il polacco, abilissimo nel calarsi nella nuova realtà (sia tecnico-tattica, sia ambientale) e sorprendente nel far assorbire senza traumi la partenza del Pipita, la media era di 2,2 gol e 2,2 punti a partita. E si sognava di poter tenere il passo della Juve. Poi arriva l’8 ottobre, addio ginocchio e ambizioni. Da allora le cifre sono precipitate a 1,4 reti e 1,2 punti: Sarri ha perso un gol e punto a partita e, senza un vero puntero capace di fare a sportellate e tenere preoccupata la difesa avversaria, la sua macchina da guerra si è azzoppata da sola. Il 4-3-3, unico spartito suonato, da “arma letale” è diventato “asma letale”. E con un Gabbiadini che non ha mai digerito quella collocazione e nessuno disposto a rinforzare un Napoli deficitario (Zamparini rivela a Radio Kiss Kiss: «Un mese e mezzo fa De Laurentiis mi ha mandato un messaggio chiedendomi Nestorovski. Gli ho detto di no. A gennaio non lo cederò»), diventa chiaro come Aurelione avesse subito capito l’importanza di avere Icardi".

(Fonte: Tommaso Lorenzini, Libero 02/12/16)

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