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Prosegue l'avvicinamento al derby di Milano. La mossa tattica dell’Inter fa leva sul più evidente difetto difensivo dei rossoneri: Montella chiede a Musacchio e Romagnoli di accorciare in avanti per poter recuperare in fretta il pallone ma le marcature preventive finora non sono state applicate nei tempi e nei modi corretti, quindi il Milan si scopre e concede campo in profondità: il territorio di caccia preferito di Icardi (oltre all’area di rigore). Il capitano nerazzurro dovrà quindi essere ben servito sui movimenti alle spalle o ai lati di Bonucci e sarà di conseguenza fondamentale la rifinitura di Joao Mario. È proprio il portoghese la seconda mossa dell’Inter, quella “tecnica”: primo perché è la sua occasione di rilancio, secondo perché sarà in inferiorità numerica contro Kessié e Biglia. Siccome il trequartista di Spalletti è essenziale per consolidare il possesso, ovvero ciò che ha permesso all’Inter di subire solo 3 gol in 7 gare, Mario dovrà sfuggire ai radar rossoneri per poter duettare con Gagliardini e Borja Valero o servire Icardi in profondità. La terza mossa di Spalletti non è una pedina da muovere, ma uno sguardo allo scacchista avversario, una piccola sfida psicologica. Sa di avere una squadra in un ottimo stato emotivo, Spalletti, quindi ha pensato fosse in grado di gestire un derby ad alta temperatura: per questo ha risposto in tono di sfida a Mirabelli, che aveva "invitato" l’Inter «ad avere paura». Potrebbe essere una molla o un boomerang, ma una cosa è certa: da anni un allenatore nerazzurro non azzardava una comunicazione sopra le righe, seppur di poco, per il derby.
(Libero)
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