L’ Inter deve ritrovare lo spirito mostrato nelle sere più importanti del girone d’andata: dalla vittoria all’ Olimpicocontro la Roma a fine agosto, fino al filotto da sette punti contro Milan (3-2), Napoli (0-0 sul Golfo) e Sampdoria (3-2). A dicembre il pari di Torino contro la Juventus ha segnato l’inizio del declino della squadra di Luciano Spalletti, ma non ne ha fiaccato mai lo spirito: i nerazzurri hanno sì perso contro Udinese, Sassuolo e Genoa, ma non nelle sfide più delicate contro Lazio (0-0) e Roma (1-1) a San Siro. Il totale dice 13 punti in 7 incroci, 1,86 di media proprio come la Juve. Anche i nerazzurri sono chiamati a giocare dopo i loro avversari. In caso di vittoria della Lazio a Cagliari, infatti, l’ Inter scenderebbe in campo con quattro punti da recuperare sulla zona Champions(con una partita in meno): ecco perché la vittoria sarà fondamentale in ottica europea. «Noi arriviamo da un periodo di passi falsi, quindi la nostra arrabbiatura è sicuramente superiore a quella del Napoli per la sconfitta contro la Roma», assicura Spalletti che difende i suoi dalle critiche: «Escluderei il pensiero che non tutti hanno dato il 100%. Non c’è più spazio per quelle che sono le banali reazioni individuali: sentendosi sotto schiaffo, probabilmente ora i giocatori prendono più responsabilità e convinzione».
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Pochi dubbi nelle due formazioni: se quella di Sarri è già scritta da tempo, Spalletti deve decidere dove mettere l’acciaccato Borja Valero («dobbiamo valutare il suo minutaggio in campo»). Lo spagnolo potrebbe affiancare in mezzo Vecino, nella coppia ex viola particolarmente scossa dalla morte di Davide Astori. In questo caso sulla trequarti andrebbe uno tra Brozovic e Rafinha, «in costante crescita». Le novità più importanti rispetto al Benevento, però, sono i recuperi di Miranda e di Icardi, assente dal 28 gennaio (7 punti in 4 partite con Eder davanti). «Non firmo per il pareggio. Ci siamo sempre comportati bene contro le grandi squadre. D’ora in avanti non possiamo perdere punti: ci mancano 12 partite di cui solo cinque in casa», conclude l’allenatore nerazzurro ricordando lo spirito messo in campo nel match d’andata e non solo. «Abbiamo combattuto fin dal primo momento l’Io di ognuno.Grazie alla festa per i 110 anni, tutti hanno percepito cosa voglia dire fare parte dell’Inter».
(Fonte: Francesco Perugini, Libero 11/3/18)
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