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Libero – Inter quasi da scudetto. Icardi è l’uomo che può…

Una doppietta dell’argentino stende l’Atalanta: 13 gol in 13 giornate, vetta a due punti

Francesco Parrone

Per l’Inter la sfida con l’Atalanta era uno di quei momenti in cui si è chiamati ad alzare l’asticella, perché la Juventus aveva precedentemente perso con la Samp, e prima ancora la Roma l’aveva agguantata in classifica battendo la Lazio, una rivale diretta per la Championsa sua volta stoppata. Di fronte ai 50mila del Meazza,in sostanza, la squadra di Spalletti aveva l’occasione di guadagnare punti su bianconeri e biancocelesti e allo stesso tempo l'obbligo di ripristinare le distanze con i giallorossi, in attesa del loro recupero con la Samp. Un peso doppio sulle spalle, dunque, con il quale non era scontato affrontare la partita senza titubanza alcuna, soprattutto se di fronte si palesa un'Atalanta scorbutica. Ma non appena l'asticella si alza, l’Inter risponde presente: 2-0, grazie alla doppietta di Icardi (13 gol in 13 partite), l'attaccante in grado rendere compiuta questa squadra, e chissà, cullarla su un'idea chiamata Scudetto.

Secondo Liberoi primi minuti sono quelli in cui solitamente l’Inter prende le misure dell’avversario prima di modellarsi in virtù di esso, ma stavolta diventano utili ad annunciare all'Atalanta che l'intenzione è quella di governare il gioco, di condurre in autonomia la partita. D’altronde, è logico che sia così essendo impossibile adattarsi alla Dea, una squadra che non ha mai una forma definita pervia del gioco «uomo contro uomo» secondo il vangelo di Gasperini. Impone quindi il suo ritmo, l'Inter, ed è un ritmo alto, che accetta il rischio, perché la Deasu questo ritmo ci rimbalza, di fatto ruba l'inerzia agli avversari e la sfrutta. Non a caso, dopo un cross di Candreva in avvio su cui Icardi è in ritardo, la prima grande occasione arriva al 17' sui piedi di Hateboer, sul cui tiro dalla breve distanza è però reattivo Handanovic. L'Atalanta complica la matassa all'Inter rendendosi meno deficifrabile del solito: schierando Papu Gomez unica falsa punta, Gasperini può aggiungere un uomo in più in marcatura, amplificando la forza del suo«gioco segugio». Così i giocatori dell’Inter sono seguiti ovunque, nessuno è libero di giocare senza l'ombra di un avversario dietro la schiena. Morale: sono tanti, troppi i passaggi forzati e difficili di conseguenza le trame di gioco il pubblico, al punto che il Meazzasi spazientisce.

Ma l'Inter è una squadra vera, e lo dimostra la ferocia con cui torna in campo dopo la pausa. Più convinta, reattiva, e consapevole che queste sono le uniche armi con cui si può l'Atalanta può

vacillare insieme alle cuciture di Borja Valero, l'unico in grado di sfuggire alle marcature degli uomini di Gasperini. È lo spagnolo, al 50', ad inventare un filtrante per D'Ambrosio, che viene atterrato da Palomino e dalla punizione seguente, sul cross di Candreva svetterà Icardi, per l'1-0. In una partita di equilibrio, i campioni si manifestano, e quell'equilibrio lo frantumano: il raddoppio lo firma di nuovo Icardi, 9' più tardi, ed è un affresco d'autore, autentico. Mentre la difesa atalantina osserva il pallone,il capitano nerazzurro divora l'area e Toloi muovendosi in verticale e impattando il cross di D'Ambrosio. Una sentenza. L'Inter è seconda, da sola, a +2 sulla Juve e -2 dal Napoli capolista. E ha Icardi, l'uomo che trasforma in punti tutto ciò che tocca.

(Fonte: Claudio Savelli, Libero 20/11/17)

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