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during the TIM Cup Final match between SS Lazio and Juventus FC at Olimpico Stadium on May 17, 2017 in Rome, Italy.
Due squadre opposte e complementari. Così il quotidiano Libero definisce Inter e Juventus a due giorni dal big match di campionato, in programma a San Siro domenica alle 20:45. Le due squadre sono lontane dalla vetta, con l'Inter che è a 7 punti dal Napoli mentre la Juventus è a 10. Un ulteriore motivo - semmai ce ne fosse bisogno - per entrambe per non perdere.
"Quella di Inzaghi è rotonda, ha una manovra elaborata e pensa prima a offendere che a difendere. Quella di Allegri, al contrario, è verticale, diretta e più attenta a non subire reti che a farne. Punto di contatto: la metamorfosi rispetto alle gestioni precedenti può dirsi terminata per entrambe. Che sia un’evoluzione o un’involuzione, poi, dipenderà dai risultati, finora non all’altezza dello scudetto per nessuna delle due".
Ora per l'Inter il tempo del rodaggio sembra essere finito, con la squadra che è sempre più a immagine e somiglianza del suo allenatore:
"L’Inter non è più di Conte come la Juve non è più di Pirlo e Sarri. Inzaghi è barocco e ha trasformato la squadra in una macchina offensiva. Sono tanti gli 11 gol subiti (in 8 partite) di campionato ma anche i 23 segnati (miglior attacco della A), quasi il doppio della Juve (ferma a 12), giusto per ribadire la diversità di vedute. L’ex Lazio non ha mai vinto 1-0 in stagione, in una sola occasione ha ottenuto i tre punti con un gol di scarto (2-1 in rimonta con il Sassuolo) e soltanto due volta su 11 ha tenuto la porta inviolata: alla prima giornata di A (4-0 al Genoa) e alla seconda di Champions (0-0 con uno Shakhtar ancora a secco)".
La differenza di filosofia dei due allenatori si nota nei numeri: "Inzaghi ha ottenuto dalle sue squadre 2,09 gol a partita, incassandone 1,31; Allegri ha ricavato 1,63 reti a gara ma ne subisce solo 0,95. Al netto delle idee differenti, entrambi stanno ora lavorando in funzione delle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Il primo non ha più Lukaku e Hakimi, ingranaggi fondamentali per le transizioni, dunque deve azzardare una manovra più corale e esporre la squadra alle ripartenze".
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