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L’era nerazzurra di Walter Mazzarri è ufficialmente cominciata. E dalle parti di Appiano Gentile sono attesi tempi duri. Perché più che un allenatore, ieri nella presentazione il livornese è sembrato un sergente di ferro. Sullo stile di Mourinho, anche se gli appunti in mano durante la conferenza stampa lo “Special One”non li ha mai avuti.
FATICA - In comune, però, i due hanno un aspetto: l’etica del lavoro sul campo. «I successi nel calcio partono dalla cura deidettagli, dalla cultura del lavoro - le parole di Mazzarri -. Nel calcio attuale bisogna essere preparati sul piano fisico e mentale. L’allenamento è sacro, si salta un allenamento solo per necessità se no si va a mille». Nel ritiro di Pinzolo quindi la preparazione sarà dura: «Voglio fare una grande preparazione fisica per correre quanto e più degli altri. Voglio doppi allenamenti continui, con il preparatore Pondrelli abbiamo uno schema di lavoro preciso che seguiamo da sempre. Voglio 14 giorni di lavoro importante per iniziare al meglio». Un messaggio che magari non farà piacere a qualche senatore, bene abituato lo scorso anno: «Quando ero ad Acireale, in C2, dissi che chi è vecchio non può giocare perché non può correre. Bisogna vedere se i più esperti sono ancora in grado di sacrificarsi anche inconsciamente per uno sport come il calcio. Credo comunque di sapere quali tasti toccare per dare nuovi stimoli».
MODULO - Oltre però al piano fisico, Mazzarri vuole anche «dare un’organizzazione che renda sicuri i giocatori. Ho deimeccanismi consolidati che faccio digerire in 15 giorni, la difesa a tre la imposto sempre poi posso cambiare altre cose. L’importante è che la rosa conosca i codici, senza dover improvvisare. Inoltre con Ausilio ho capito che anche la Primavera giocherà col nostro stesso modulo».
MORATTI -Mazzarri ha parlato anche del presidente Moratti. «È un vero signore, ho saputo che anche lui ha avutouna bella impressione di me. Moratti voleva un tecnico di personalità, che vuole assumersi tutte le responsabilità di ogni componentedell'azienda. Ho avuto la netta sensazione che Moratti cercasse un tecnico come me».
MERCATO - In questi giorni si parla molto anche di eventuali acquisti nerazzurri. Ma Mazzarri è chiaro: prima valuterà i giocatoriche ha già in rosa. «L’allenatore deve far rendere i giocatori che gli offre a disposizione. Io ho il dovere di valutare tutti i ragazzi che mi saranno messi a disposizione. Dopodiché, in base a quello che dirà il campo farò le valutazioni e riferirò alla società. Io lavoro coi doppi ruoli, voglio 22 giocatori di tiro più 4-5 pronti a subentrare; ma molti giocatori di quelli che saranno in ritiro a Pinzolo sono convinto che rimarranno». Nessuna cessione importante, almeno per ora. Anche perché con Cassano «il rapporto è ottimo», mentre Kovacic «è interessante, l’ho anche visto giocare, è un giovane talento».
OBIETTIVI - Per quanto riguarda gli obiettivi, Mazzarri non si scompone. «L’Inter, per quello che è successo anche treanni fa, ha il dovere di tornare competitiva. Se sono venuto all’Inter è perché voglio che torni competitiva e torni a giocarselacome ha sempre fatto». Il tecnico numero 19 della storia di Massimo Moratti, il sesto del dopo Mourinho, è questo. Ora bisogna solo vedere se, oltre che a ricordare Mou come concetti, li saprà trasmettere in campo. In bocca al lupo.
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